Uccise una donna a Busto nel 2006, killer condannato a 10 anni e 8 mesi

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BUSTO ARSIZIO – E’ stato condannato a 10 anni e 8 mesi in primo grado con rito abbreviato Teofilo Apolinar Galarza Melendez, il killer peruviano che nel 2006 uccise strangolandola Marilù Flores Gallardo, la ex fidanzata che aveva interrotto la relazione.

Arrestato in Spagna

Dopo l’omicidio, avvenuto a Busto, il killer aveva nascosto il cadavere della vittima a Olgiate. L’arresto arrivò nel 2010 in Spagna dove Melendez ha ucciso una seconda donna. La giustizia iberica lo ha condannato a 11 anni. Scontata la pena è stato estradato in Italia per il secondo processo. Il pubblico ministero Francesca Parola aveva chiesto la condanna a 14 anni di carcere. Il massimo della pena considerando i 21 anni di partenza per il conteggio scontati di un terzo come previsto dal rito. L’avvocato Davide Toscani, difensore di Melendez, ha chiesto l’esclusione delle due aggravanti contestate. Ovvero quella dei futili motivi «I motivi non sono mai stati accertati quindi è impossibile definirli futili – ha spiegato il legale – Si è parlato di gelosia. Ma il mio assistito all’epoca era fidanzato con un’altra donna e che fosse geloso della vittima erano voci all’interno della comunità peruviana che non possono costituire una prova».

La linea difensiva

La seconda aggravante contestata è quella della minorata difesa. «L’omicidio è avvenuto in via Lamarmora a Busto, zona centrale della città – ha ribattuto Toscani – Tra le 20.30 e le 21 del mese di luglio. Quando ancora non è buio e le finestre sono aperte. Il mio assistito non ha attirato la vittima in un luogo isolato, lontano da tutti, senza possibilità alcuna di chiedere aiuto». Il Gup Piera Bossi ha accolto la linea difensiva. Riconoscendo le attenuanti all’imputato che ha confessato l’omicidio ma soprattutto ha fatto ritrovare il cadavere nascosto in un condotto fognario dopo essere stato avvolto in un sacco di plastica. Senza l’indicazione dell’omicida il corpo della giovane vittima probabilmente non sarebbe mai stato ritrovato. Toscani, durante la discussione, ha anche citato Antigone sottolineando come «Il mio assistito abbia posizionato sette pietre intorno al corpo dandogli una parvenza di sepoltura». La sentenza è frutto di un mero calcolo matematico così come previsto dalla norma: il giudice è partita da una pena di 24 anni, escluse le aggravanti, riconosciute le attenuanti, con lo sconto di un terzo previsto dal rito si arriva a una condanna a 10 anni e 8 mesi. Se il Gup fosse partita da 21 anni quale base di calcolo Melendez sarebbe stato condannato a meno di 10 anni.