Un anno fa il licenziamento collettivo dei lavoratori Pensotti «nel silenzio totale»

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LEGNANO – Domani, sabato 31 ottobre, sarà passato un anno dal licenziamento collettivo dei lavoratori della Pensotti Fabbrica Caldaie Legnano Spa. Lo ricorda Franco Lizzi, ex lavoratore Pensotti e ormai anche ex Rsu Pensotti Fcl, che attribuisce i licenziamenti al fallimento «silenzioso» dell’azienda e ricorda il buco in bilancio di ben 55,8 milioni di euro «creato in pochi anni». Per Lizzi, la Pensotti «aveva del lavoro e ha sempre lavorato, ma è fallita dopo essere entrata a far parte di un gruppo disastroso, il Gruppo Sices, di cui tutte le aziende in Italia sono fallite».

Lizzi: «Ultimi dipendenti prossimi al reddito zero»

«Le banche – ricostruisce i fatti l’ex sindacalista – hanno chiuso i rubinetti alla Pensotti che così non ha più potuto prendere ordini. Se fosse uscita dal Gruppo, ma qualcuno dall’alto non ha voluto, sarebbe ancora attiva». Tutt’oggi almeno una dozzina di dipendenti sono a casa senza aver trovato un nuovo posto di lavoro anche a causa della crisi causata dalla pandemia e la Naspi si avvicina al suo esaurimento che li lascerà poi a reddito zero. «Intanto – è il duro atto d’accusa di Lizzi – i responsabili del crac sono tranquilli con la pancia piena: spero proprio che si vada a indagare sui bilanci degli ultimi anni, per la dignità dei lavoratori e dei fornitori. Mi auguro che il curatore fallimentare, il giudice delegato e la Procura con la Guardia di Finanza vadano fino in fondo».

Aperto uno spiraglio per le ultime spettanze

Gli ultimi ex dipendenti Pensotti licenziati in questi giorni sono alle prese con la procedura per il rimborso del Tfr da parte del Fondo di Garanzia Inps. Il trattamento di fine rapporto è l’unica spettanza che i lavoratori potranno recuperare integralmente dal fallimento. Per poter recuperare le spettanze che la Pensotti deve ai suoi ultimi dipendenti (le ferie arretrate, lo stipendio di gennaio 2018 e il mancato preavviso) si è aperto uno spiraglio in seguito alla vendita dei capannone dell’officina di via Boccaccio. «Noi ex lavoratori – conclude Franco Lizzi – speriamo di recuperare tutti i nostri crediti e che si possa far recuperare parte del credito ai fornitori che si sono trovati coinvolti in questo fallimento silenzioso, consumatosi nell’indifferenza dei politici legnanesi». L’ultimo esame delle domande tardive  dello stato passivo del fallimento si svolgerà il 23 febbraio 2021: la speranza dei dipendenti è che si possa poi dividere il ricavato della vendita di tutti gli immobili della ex fabbrica.

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