Un’intesa tra Meloni e Draghi è solo fantapolitica?

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Mario Draghi e Giorgia Meloni, intesa impossibile a risultato elettorale acquisito?

di Ivanoe Pellerin

Cari amici vicini e lontani, sono rimasto colpito da alcuni commenti che ho letto non ricordo su quale foglio giornalistico ma che hanno acceso la mia fantasia. Intanto sulla scena politica avanza una figura che, fino a poco tempo fa, non aveva particolare risalto, con beneplacito delle femministe di casa nostra: Giorgia Meloni. Inoltre questo personaggio, per determinazione e coerenza, sembra assomigliare stranamente ad un ottimo politico di chiara fama che sta (forse) per uscire dai riflettori di palazzo Chigi. Forse ricorderete che nel novembre 2021 avevo sostenuto che la nostra repubblica aveva la chance straordinaria di eleggere Mario Draghi a Presidente della Repubblica per poi consentire al popolo sovrano di aprire una nuova fase per la ricostruzione di “veri” partiti. Avevo anche ipotizzato che, rinunciando a questa scelta, si sarebbe aperto uno scenario molto difficile e che in quel caso la sopravvivenza del governo sarebbe stata questione di poco tempo. Ahimè, è andata proprio così.

Dunque: lo immaginate Draghi che si acquieta a Città della Pieve e si allontana dalla scena pubblica con tutte le relazioni che il nostro possiede al di qua e al di là dell’Atlantico? Inoltre in un momento delicatissimo non solo per il nostro paese con le elezioni e con un nuovo governo in fieri, ma anche per i fatti del mondo: Putin alquanto agitato, forse isterico, che mostra il volto duro del despota; la Russia in fibrillazione con la mobilitazione militare e le file di automezzi ai confini con la Finlandia e la Georgia; la Cina che disapprova (almeno a parole) l’annessione della Crimea e il “referendun” nei quattro territori occupati; l’India che usa parole lievi con la Cina sempre temuta mentre intesse accordi militari con l’Australia, Nuova Zelanda e Giappone; Biden che deve affrontare le elezioni di medio termine per non diventare un’anatra zoppa”, che non lo vedono in buona posizione; la NATO in grande spolvero che si riposiziona in Europa e manifesta una decisa politica militare; persino la Turchia che con toni “decisi” inizia a prendere le distanze dall’alleato russo, almeno così pare. In questo caos, riuscite a vedere Mario Draghi che si ritira a fare il Cincinnato e il nonno d’Italia?

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Ivanoe Pellerin

Torniamo alle questioni italiane. Molto attivo ed energico, il presidentissimo Re Giorgio (Napolitano) dopo 19 mesi lasciò il Quirinale, credo con giusta ragione, dando così la possibilità alla politica di ritrovare un modello costituzionalmente più corretto. Il centrodestra spinge, almeno a parole, verso un presidenzialismo o un semi-presidenzialismo che non potrebbe prescindere da una riforma della Costituzione più bella del mondo. In questo caso, Mattarella potrebbe seguire l’esempio del suo predecessore? In questo caso, la candidatura Draghi potrebbe tornare alla ribalta? Cari amici vicini e lontani, cosa ne pensate?

Intanto Giorgia, che potrebbe essere la prima presidente del Consiglio donna, non guarda con occhio strabico il nostro Draghi. I due si rispettano, usano parole ferme ma corrette, parlano un linguaggio simile: sì all’atlantismo, sì all’appoggio all’Ucraina, sì al rigore sui conti pubblici, sì al considerare la crisi energetica il “problema” dell’attuale momento. Certo Draghi potrebbe essere facilmente il nuovo segretario generale della NATO al posto di Jens Stoltenberg che fra un anno dovrà lasciare, ma si terrà lontano dalle vicende italiane?

Negli ultimi tempi Meloni e Draghi non hanno mai smesso di confrontarsi, di pensare ad un nuovo governo, forte e con le persone giuste al posto giusto. Certo per l’economia occorre ragionare intorno ad una persona di provata competenza e saggezza ma l’attuale presidente del Consiglio probabilmente darà un parere appropriato. È vero che all’orizzonte e candidato di Fratelli d’Italia vi è un personaggio importante come il professor Giulio Tremonti, ma la sua persona non convince tutti, soprattutto non convince chi sta pensando ad un nuovo governo. Così pure vi sono giuste ambizioni per il posto di Governatore della Banca d’Italia che, alla scadenza del mandato di Ignazio Visco, diverrà vacante nell’ottobre 2023. La Farnesina ed il Viminale, posizioni per le quali vi sono comprensibilmente grandi attese, sono le grandi incognite. Mi pare chiaro che dipenderanno dal risultato elettorale, cioè dai numeri. Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica, ospite lo scorso dicembre ad Atreju, è ben visto da più parti e la sua riconferma garantirebbe la continuità in questo delicato settore. Il tetto al prezzo del gas è nelle sue corde e così pure la separazione del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Insomma alcune caselle potrebbero essere già prenotate. Sarà così oppure è solo una fantasiosa congettura?

Cari amici vicini e lontani, un’intesa fra Meloni e Draghi è solo fantapolitica oppure è più di un’ipotesi? Basta aspettare e ne vedremo delle belle.

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