Uyba, viaggio nella grande crisi: fra infortuni e Covid

BUSTO ARSIZIO – Una spirale discendente sta attanagliando la Unet e-work Busto Arsizio in questo scorcio di stagione. Quattro sconfitte consecutive pesano come un macigno sull’umore della squadra e dell’ambiente tutto. La formazione di patron Pirola (nella foto Uyba i baluardi biancorossi Gennari e Leonardi) è stata con Cuneo la più bersagliata dal virus e dalla sfortuna più in generale: tutto ciò non deve però essere una scusante in assoluto per giustificare le brutte prestazioni offerte nelle ultime uscite con Firenze in toto e Novara in parte, ma deve semmai invitare a riflettere.

Lo status quo

L’ultimo successo delle farfalle, con in panchina Marco Musso, risale ad oltre un mese fa: al 21 ottobre col blitz (1-3) delle farfalle in quel di Montichiari contro Brescia. Nelle uscite successive la compagine biancorossa ha raccolto solo due punti nelle sconfitte al tie-break a Bergamo e a Cuneo, mentre ha subito due inopinate imbarcate con Firenze e Novara. I prossimi impegni sono già determinanti. Sabato 28 novembre, alle ore 20.30, Gennari e compagne recupereranno il match di Perugia contro del ex Havelkova, Ortolani e Aelbrecht, mentre l’1, 2 e 3 dicembre giocheranno la prima bolla di Champions League a Scandicci con le padre di casa toscane, il Rseszow e lo Schweriner. Oltre ai contagi del virus (Fenoglio, Piccinini, Stevanovic, Herrera Blanco e Poulter), le biancorosse hanno dovuto insomma fare i conti anche con gli infortuni di Poulter (due volte), Piccinini ed Herrera Blanco.

Testa, fisico o Covid?

Lo testa nello sport è fondamentale: chiunque abbia praticato a qualsiasi livello sport agonistico lo può confermare. Dove il fisico non arriva, servono cuore, cervello e nervi per far compiere l’ulteriore salto di qualità. Questo è parso evidente nel primo set dell’ultimo incontro con la Igor. Le farfalle, punte sul vivo dalla debacle con Mencarelli, hanno lottato con il coltello tra i denti mettendo alle corde una squadra probabilmente più forte, di certo più ricca e sicuramente meno sfortunata. Perso ai vantaggi il primo set, le bustocche, dopo l’8-8 della seconda frazione, sono andate… sotto la doccia, ricevendo una sconfitta pesante. Finché i nervi hanno retto, e la testa è stata nel match, la Uyba ha lottato ad armi pari con le avversarie. Poi però, calata la condizione, le farfalle si sono avvitate su se stesse, mostrando il lato peggiore della bella squadra vista a settembre, prima appunto dei problemi di Covid.

Gli infortuni di Poulter

Stevanovic è una campionessa assoluta, nessuno può discuterlo, però nelle ultime partite è lontana parente della giocatrice dominante già vista ad inizio stagione. La stessa Poulter, più sfortunata ancora perché dopo i ritardi per il visto ha subito prima un infortunio agli addominali, poi il Covid ed infine un secondo infortunio al piede, sembra molto più lenta e meno aggressiva di quello che dovrebbe essere. Di contro Mingardi. che nel ruolo di opposto dovrebbe potuto essere quella che toglie le castagne dal fuoco, nelle due partite con Firenze e Novara ha segnato solo 8 punti.

Il caso Roberto Inglese

Quanto incide il virus sul fisico? Premesso che ci sono molti livelli di positività e ogni caso fa storia a sè, abbiamo letto con interesse alcune dichiarazioni (che vi riportiamo) rilasciate del centravanti del Parma (in odore di Nazionale) Roberto Inglese, contagiato dal Covid 19. “All’inizio ero un po’ scettico sul Covid, devo dire la verità. Ma dopo che l’ho provato sulla mia pelle posso dire che è veramente una brutta bestia. Ma non solo per i sintomi, la febbre o quello che genera. Ti butta giù a livello fisico. Un atleta professionista di 29 anni come me che non aveva la forza di alzarsi dal letto al mattino la dice lunga. Adesso ho capito cos’è. Bisogna prenderla sul serio”.

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