Varese 2.0: «La città è tutta un cantiere, ma manca una visione armonica»

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VARESE – “L’amministrazione Galimberti ha perso il filo. Quello lega tutti gli interventi fatti (o ancora da fare) e che dovrebbe dare una visione armonica allo sviluppo della città”. E’ questa in sintesi la critica che Varese 2.0 rivolge al governo cittadino prendendo spunto da un intervento di Mauro Gregori sulla riqualificazione di via Del Cairo.

L’assist di Gregori

Perché – scrive Gregori in un post su Fb ripreso da Varese 2.0 – l’amministrazione non fa vedere ai cittadini l’intero progetto per Biumo ma ce lo mostra a spizzichi e bocconi? In tal modo i cittadini potrebbero far conoscere le proprie perplessità e magari venirne tranquillizzati. Ma questo silenzio ci preoccupa non poco, perchè un giorno o l’altro verremo messi davanti al fatto compiuto senza poter più dire nulla in materia  e quando sarà troppo tardi. Dov’è la trasparenza tanto decantata?

Manca il filo, ma anche trasparenze e condivisione

In queste parole – attaccano i civici di Daniele Zanzi e Alessandro Goitan – sono racchiusi gli ultimi 3 anni di lotta solitaria ed interna alla maggioranza del movimento civico Varese 2.0 (perché, nuovi ed ingenui, i primi due li abbiamo passati a credere alle cose che ci venivano dette).

Una lotta che si espressa  soprattutto nella richiesta di metodo e trasparenza. Perchè solo queste due parole possono garantire un processo di revisione urbanistico e viabilistico sano e partecipato. Poi, certo, entrino in gioco i tecnici, a trovare la miglior soluzione possibile.

Varese è interamente cantierata. Segno di grande dinamismo di questa amministrazione, dirà qualcuno. Ma fare in questo modo, per rispondere e per denunciare semplicemente l’immobilismo precedente, non è un bel fare. Non possono essere semplicemente l’innovazione e l’ammodernamento i fari che guidano una trasformazione.

Perché l’amministrazione non mostra la sua intera visione?

Il tema non è, banalmente, cosa si sta facendo, ma come lo si sta facendo. All’ex Aermacchi, in via Piana di Luco, in via Selene, all’antistadio, al Palaghiaccio, a Lissago, in piazza della Repubblica, ma potremmo aggiungere il progetto del piantone di via Veratti, via del Cairo. La storia è sempre la stessa, l’armonia, il filo conduttore di tutti questi interventi non c’è.

“Prima approviamo e poi lo scriviamo a otto colonne sui giornali, poi eventualmente gestiamo le criticità e i cittadini che verranno a porci domande”.

Poi ci sono i casi paradossali, come a San Fermo, dove è stata progettata e messa in scena la miglior macchina propagandistica possibile per raccontarci un grande sogno che diventerà realtà. Ma una realtà per chi? I cittadini che non si stancano di fare domande, per fortuna, ci sono e ci saranno sempre.