Varese, al tavolo del centrodestra provinciale Forza Italia chiede più spazio

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VARESE – Un po’ troppo sbilanciata a destra. E con Forza Italia che non ha alcuna intenzione di giocare la parte del gregario all’interno della coalizione. Tanto che, all’incontro plenario dei partiti per iniziare a mettere nel mirino le prossime elezioni amministrative gli uomini del partito di Berlusconi scoprono le carte e, per la prima volta, per voce del vice commissario provinciale Giuseppe Taldone, mettono sul tavolo la richiesta di contare di più e di avere più spazio. Il che significa, tradotto per chi ha orecchie per intendere, “nelle tre grandi città che vanno al voto, un candidato sindaco deve avere la maglia azzurra”.

Clima disteso

Il vertice provinciale, che si è riunito questa sera (lunedì 25 gennaio) nella sede varesina di Forza Italia e subito dopo il summit cittadino, non ha registrato alcuna tensione. «Clima disteso», confermano da più parti, anche se la “ciccia” non è certo mancata. Prima dell’incontro, infatti, lo schema dei candidati sindaco a Varese, Gallarate e Busto segnava due candidature in quota Lega (Maroni nella Città Giardino e Cassani in quella dei Due Galli) e una per Fratelli d’Italia (Antonelli a Busto). Dopo due ore di pacata discussione lo schema d’ingresso non è diventato certo carta straccia, ma non è più così blindato come sembra e come (ufficialmente) dicono i generali dei partiti di coalizione dopo l’incontro.

Garbata fermezza

Certo quella di questa sera era solo la prima riunione, quella in cui si sono scoperte le carte. Ma non tutte. Anche perché le urne sono ancora lontane. I ben informati fanno slittare la chiamata al voto per le amministrative addirittura dopo l’estate e a fine anno le elezioni provinciali. Insomma il tempo non manca per programmare, comporre lo scacchiere e ritrovare quell’equilibrio che Forza Italia, con garbata fermezza, ha messo in discussione e fatto vacillare. Rivendicando non posti (nel senso che gli azzurri non hanno chiesto in maniera diretta un candidato), ma spazi politici per non allontanare in maniera definitiva e riavvicinare l’elettorato moderato che, ha spiegato Taldone, «fatica a riconoscersi in un centrodestra troppo sbilanciato sull’ala sovranista».

La Lega conferma i suoi

Insomma nessuno dei forzisti presenti (oltre a Taldone c’era anche Piero Galparoli) ha fatto una questione di nomi. Tanto che nessun appunto è stato mosso sulla candidatura (riconfermata dal livello cittadino) di Roberto Maroni e neppure su quella di Andrea Cassani. Anche perché la Lega non ha intenzione di arretrare su propri cavalli di razza messi in campo.

A dire il vero però Forza Italia non ha fatto questioni neppure sul caso Busto. «E il motivo è molto semplice – spiega Taldone – la nostra posizione è politica e non personale. Il nostro obiettivo è fare il bene del centrodestra. Ma questo centrodestra, così sbilanciato su posizioni sovraniste, rischia di perdere gran parte di quell’elettorato moderato che invece tornerebbe a guardare con interesse a quella che di fatto è la sua casa politica. E che una partito moderato come Forza Italia lo rappresenta». Posizione, quella forzista, sostenuta anche da Raffaele Cattaneo di Noi con l’Italia. E che il resto del tavolo, ovvero Lega, Fratelli d’Italia e Lombardia Ideale ha ascoltato e incassato. Anzi, più di un esponente di questi partiti, a fine incontro, ha commentato a microfoni spenti: “Non si può non dare ragione a Forza Italia. La loro è una posizione che ci sta. Ora bisogna trovare la quadra. Ma non mancano né il tempo, né gli spazi. E a quanto pare nemmeno la volontà”.

L’accordo c’è o non c’è?

Insomma c’è da lavorare. E l’accordo su due sindaci Lega e uno a Fratelli d’Italia nelle tre grandi città della provincia di Varese (ammesso che ci fosse per davvero) sembra finito in fondo al cassetto. Riposto dalla richiesta di Forza Italia, ma anche da Giorgia Meloni, la quale in un’intervista parla bene (e come potrebbe fare diversamente visto la medesima appartenenza di partito) di Emanuele Antonelli, ma su un’eventuale riconferma del sindaco di Busto rimanda tutto alle decisioni dei vertici locali. I quali, ormai lontano dalla sede di via Romagnosi, si lasciano sfuggire: “Busto… Busto…. Se non si trova la quadra lì, la questione verrà portata sul livello regionale”.

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