Varese, Anelli (presidente Ordine Medici): «Serve una legge sul ruolo del medico»

ordine medici Varese

VARESE – «I medici in questo paese svolgono una funzione straordinaria, ma serve più chiarezza sulla nostra professione». Lo ha detto il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri Filippo Anelli, intervenendo oggi, sabato 13 novembre, all’Università dell’Insubria in occasione del simposio annuale dell’Ordine provinciale di Varese. Anelli ha ricordato anche i mesi più duri della pandemia. «È stato uno tsunami, eravamo davvero disperati».

Una legge che faccia chiarezza

Il tema della giornata organizzata dall’Ordine dei Medici di Varese era “Professione: medico. Protagonisti del cambiamento”. Un aspetto su cui Anelli ha riflettuto nel corso del suo intervento nell’aula magna di via Ravasi. «Abbiamo bisogno di una legge che definisca chi è il medico oggi. C’è spesso un livello di conflittualità con le altre professioni che non è facile risolvere perché non c’è chiarezza nelle competenze. Serve chiarezza sul ruolo del medico. Non abbiamo più medici? Formiamoli». Anelli ha poi sottolineato gli errori di programmazione che si trascinano da anni. «Oggi c’è finalmente un impegno del Governo a pareggiare il numero di laureati e di borse di specializzazione e finalmente si svuota l’imbuto, ma questo certifica l’errore di pianificazione che c’è stato».

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Fautori della democrazia

Quindi una riflessione sull’importanza dei medici in Italia. «I medici in questo paese svolgono una funzione straordinaria, sono i medici con le loro competenze che garantiscono il diritto alla salute, alla vita e all’uguaglianza. Il medico è il fautore della democrazia, riesce a garantire la salute individuale e collettiva. Bisogna rendere la professione sempre più vicina ai nostri cittadini nel garantire i diritti costituzionali». Anelli ha poi parlato del Pnrr, che prevede l’arrivo di 15 miliardi per la riforma del servizio sanitario nazionale, di cui 8 per il versante ospedaliero e 7 per quello territoriale. «Ma per entrambi – sottolinea – non è previsto un euro per i professionisti. I nostri stipendi sono tra i più bassi d’Europa e tanti cercano lavoro all’estero o nel privato. E i medici continuano a lavorare gratis: sono 1 milione e mezzo le ore di straordinario non pagate. È un sistema che non funziona».

Lo tsunami della pandemia

Anelli ha fatto anche una lunga riflessione ricordando quello che è stato la pandemia per la professione. Un tema che ha aperto ricordando il dottor Roberto Stella, tra i primi medici deceduti a causa del Covid. In totale ad oggi in Italia sono 365. «Il Covid è stato uno tsunami che ha inciso profondamente sulla professione – ha detto – l’11 marzo del 2020 è stato l’avvio di un processo che ci ha letteralmente sconvolti. Ci siamo dovuti rimboccare le maniche e abbiamo constatato l’impreparazione. Non c’erano protocolli di sicurezza, non c’erano dpi e la malattia era sconosciuta. Avevamo situazioni drammatiche di ospedali che erano diventati centri di diffusione del virus». Una situazione complicatissima a cui i medici hanno fatto fronte nonostante le difficoltà. «È in quei giorni drammatici della pandemia che è venuta fuori tutta la grande capacità della professione di esprimersi». Il simposio è stato aperto dai saluti della presidente dell’Ordine dei Medici di Varese Giovanna Beretta. «Il rapporto medico-paziente è una dinamica peculiare che caratterizza e differenzia la nostra professione, ne costituisce l’identità profonda, è un solido baluardo contro ogni degenerazione della professione, oltre ad essere fonte di motivazione e incoraggiamento».

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