VARESE – «La nostra filosofia è quella di tenere vivo il giusto approccio alla conoscenza della musica nera delle origini: vogliamo suonare il blues, soul e r&b della tradizione in modo filologicamente corretto, anche se con le inevitabili modifiche dovute al fatto che, nel 2022, non è possibile utilizzare i suoni degli anni Cinquanta». Come ha raccontato Andrea Cardinetti, bassista dei Blues Magic Machine, il concerto di oggi, venerdì 4 marzo, alle 21 (ingresso a 10 euro, 20 euro dalle 19 alle 21, travestimento gradito, per info e prenotazioni: 379/1780398), al Tortuga di Varese in occasione della serata ispirata ai Blues Brothers, sarà ricco di novità, a partire dalla formazione schierata sul palco.
Due nuovi musicisti e una sopresa
«Ci presenteremo sul palco con due nuovi elementi: sono Angela Romeo (nella foto qui sopra) ed Elio Zaniboni, rispettivamente cantante e batterista, entrati nel gruppo nel periodo di pausa imposto dal Covid. In particolare “Angie”, che arriva da esperienze con band rock, ha una voce graffiante che ricorda quella di Janis Joplin. E in programma c’è anche una sorpresa: “usciremo” dalla nostra abituale epoca di riferimento per proporre, per la prima volta, un blues che è stato composto negli anni Settanta da un famosa band britannica: è stato arrangiato in un modo tale da consentire anche il contributo della nostra sezione fiati, senza però che la sua presenza si impadronisca della canzone».
Look da Blues Brothers
I Blues Magic Machine, progetto di salvaguardia della musica delle radici, vantano ormai un’esistenza ultraventennale: «Dal blues e soul al jazz – ha osservato l’artista – si tratta di un sound che sta diventando sempre più di nicchia, viene ascoltato sempre meno. Noi invece cerchiamo di suonare queste canzoni per più persone possibili: come si fa a conoscerle, se non vengono riproposte nella loro veste d’origine? Celebri bluesmen del passato come Sonny Boy Williamson e Muddy Waters erano soliti esibirsi con completi neri e camicia bianca, divisa poi ripresa dai Blues Brothers: la riproponiamo a nostra volta proprio come segno del fatto che vogliamo far riscoprire le origini di quel tipo di brani, l’intento è richiamarle anche sotto l’aspetto scenico».