Varese, caos in consiglio. Il centrodestra lascia l’aula: «Tradita la parola data»

VARESE – Il consiglio comunale finisce nel caos. Con le opposizioni che escono dal Salone Estense puntando il dito contro la maggioranza: «Hanno tradito la parola data. A questi giochetti noi non ci stiamo». E con la maggioranza che, sola soletta, vota il nuovo regolamento della commissione paesaggio, che tante polemiche ha suscitato nelle scorse settimane. Mentre le mozioni “calde”, ovvero la censura nei confronti Coen e le pietre d’inciampo, slittano al prossimo consiglio.

Si allarga la frattura

A naso possiamo dire che da qui in avanti tra maggioranza e minoranza sarà guerra in campo aperto. E quei segnali di “pax politica” che hanno caratterizzato il rapporto tra maggioranza e una parte delle opposizioni è andata a farsi benedire. Proprio questa sera (martedì 26 luglio) nel momento in cui il consigliere Domenico Marasciulo ha chiesto di anticipare la discussione dei punti relativi a mozione di sfiducia del presidente del consiglio e commissione paesaggio.

Una richiesta all’apparenza innocua, in quanto l’assise era già stata convocata in doppia seduta (oggi e domani), ma che ha fatto saltare i nervi delle opposizioni. «Non votiamo alcuna modifica all’ordine del giorno – ha tuonato Luca Boldetti, capogruppo del Polo delle libertà – Abbiamo accettato di far slittare il consiglio straordinario sul punto che riguarda il servizio raccolta rifiuti, abbiamo stabilito nella capigruppo un ordine e adesso, qui in aula, venite a chiedere l’inversione dei punti? Ma non scherziamo. Noi ce ne andiamo».

Detto fatto. Il tempo di bloccare il consiglio, fare un summit (disertato dalla maggioranza) tra i capigruppo, di tornare in aula e veder approvata l’inversione dei gruppi. L’ala destra del consiglio si svuota.

Escono i gruppi di minoranza e tra loro c’è chi schiuma rabbia, chi ironizza sull’atteggiamento beffardo della maggioranza e chi mastica amaro, non del tutto convinto della presa di posizione presa “a botta calda”. Le opposizioni escono e si fermano nel cortiletto davanti al Salone Estense: confabulano, si confrontano e discutono. Fanno sintesi e dichiarano: «Da qui in avanti sarà guerra. Questa maggioranza non sa mantenere la parola data. Nella capigruppo sono stati presi accordi traditi con giochetti che altro non sono che una sgarbo istituzionale». Questa la posizione univoca.

Il grande burattinaio

«Non è nostra abitudine abbandonare l’aula – interviene la leghista Barbara Bison – anzi l’ultima volta siamo stati noi a garantire il numero legale. Ma c’è un limite a tutto e questa sera questa maggioranza l’ha abbondantemente superato. Uno sgarbo istituzionale. Per questo siamo usciti». Roberto Puricelli del gruppo La grande Varese rincara: «Una prova di forza che gli ha fatto fare brutta figura. Consiglio succube del grande burattinaio Galimberti».

Burattinaio sì, burattinaio no, il sindaco si prende la scena, chiede alle minoranze di ripensarci e finisce con un appello al voto in vista delle politiche: «L’atteggiamento assunto dimostra che con questa opposizione non si riesce a lavorare. Spero rientrino in aula a discutere della città tra l’altro in un momento importante. Ma se questo è l’atteggiamento del centrodestra, spero che i varesini capiscano cosa dovranno fare il prossimo 25 settembre».

Ma non finisce qui

Le opposizioni stanno fuori dall’aula ma non stanno certo zitte. «Si sono approvati da soli il regolamento della commissioni paesaggio – concludono i consiglieri di centrodestra – forse era ciò che gli interessava. E gli interessava farlo senza la nostra presenza. Noi però siamo pronti a presentare una richiesta di modifica e la convocazione di un consiglio straordinario. Che questa volta devono fare entro i termini fissati».

E c’è chi parla di trappolone

«Ci sono cascati», commenta qualcuno della maggioranza, sorridendo e senza aggiungere altre parole. Ma per capire cosa intendesse con quelle parole è stato sufficiente fare i conti: 18 i presenti aula della maggioranza. E 17 i voti necessari per avere la maggioranza assoluta sulla modifica del regolamento (di tutti i regolamenti) della commissione paesaggio. Ovvero: i numeri c’erano oggi, ma forse non nella seconda seduta fissata per domani. Qualche consigliere di maggioranza, infatti, era dato in partenza per le vacanze e quindi assente per il secondo round. Insomma, una richiesta che non avrebbe modificato la discussione dell’odg nella sostanza, ma avrebbe potuto mettere in discussione l’approvazione del punto più dibattuto tra maggioranza, minoranza e ordini professionali. Che, con i banchi dell’opposizione vuoti, è passato in pochi minuti.