Varese, al Castello di Masnago un Guttuso inedito grazie all’Archivio Marcobi

VARESE – Dopo la mostra del 2019 a Villa Mirabello Varese torna a celebrare Renato Guttuso. Aprirà ufficialmente al pubblico domani, venerdì 17 giugno, “I tempi della pittura. Cronografia di alcune opere di Renato Guttuso dipinte a Velate: l’archivio di Nino Marcobi”. È il Castello di Masnago ad ospitare l’esposizione che svela aspetti inediti della carriera e della vita dell’artista siciliano diventato varesino d’adozione, attraverso gli “appunti” del suo storico uomo di fiducia.

Scritti e fotografie

Nei tanti anni di amicizia e collaborazione con Guttuso Nino Marcobi tenne infatti una sorta di diario di bordo, raccogliendo in testi e fotografie il dietro le quinte dell’opera del maestro di Bagheria. L’Archivio Marcobi, che gli eredi hanno recentemente donato al Comune di Varese, consta infatti di un inedito corpus di testi manoscritti giorno per giorno da Marcobi, segretario, factotum e amico di Guttuso, mentre assiste al lavoro e alle attività quotidiane dell’artista. Testi corredati da un altrettanto unico e ragguardevole patrimonio di materiali documentari e fotografici, che permette di conoscere l’attività professionale e relazionale di Guttuso a Varese in maniera nuova ed approfondita, non priva di vivaci note ed aneddoti.

Come sono nate le opere

Grazie al materiale raccolto da Marcobi (nella foto sotto con Guttuso) è possibile così seguire lo sviluppo degli studi grafici e la successiva stesura pittorica in progress, con modifiche e ripensamenti, di capolavori di grandi dimensioni realizzati a Velate, come Giocatori di scopone del 1981, Van Gogh porta l’orecchio tagliato al bordello di Arles (1978) e il monumentale telero di Spes contra spem (1982). Molto importante per quantità e contenuti è il materiale su La Vucciria, una delle più famose opere di Guttuso: il percorso espositivo si conclude proprio con una sua riproduzione. Le opere in mostra provengono da diverse collezioni private, dall’Archivio Marcobi e alcune (cinque) dal comodato d’uso con la Fondazione Pellin alla base della mostra del 2019, per il quale Palazzo Estense versa una cifra di 10mila euro all’anno per 10 anni.

La genesi della mostra

«Torna Guttuso – ha commentato l’assessore alla cultura Enzo Laforgia – ma in maniera completamente nuova e originale. Abbiamo richiamato alcune delle opere che abbiamo in comodato e le abbiamo fatti dialogare con i documenti di Marcobi». Laforgia ha anche aggiunto che in futuro saranno organizzate altre mostre dedicate alle opere della Fondazione Pellin: una per far dialogare Guttuso con Tavernari e un’altra dedicata ad altre esperienze artistiche del territorio che hanno incrociato Guttuso. Serena Contini, che ha curato la mostra insieme a Fabio Carapezza Guttuso, ha illustrato la genesi dell’esposizione, a partire dalla donazione dell’archivio. «La famiglia di Marcobi ci ha contattato dicendo che a casa avevano dei ricordi del padre: ho iniziato a vagliare questi documenti con un lavoro non facile di ricerca ma entusiasmante. Abbiamo un unicum, cioè la possibilità di ricostruire per alcune opere la realizzazione giorno per giorno. Per Vucciria in particolare è stata una scoperta eccezionale».

Fino a novembre

Sette le sale della mostra, che si apre con una serie di pannelli informativi sulla storia di Nino Marcobi e sul rapporto di Guttuso con Velate. Le sale sono dedicate al Guttuso paesaggista, alle donne, al tema della contestazione giovanile, con un focus su Walter Marcobi, partigiano fratello di Nino, e quindi alle opere “Giocatori di scopone”, “Van Gogh porta l’orecchio tagliato al bordello di Arles”, “Spes contra Spem”, “Vucciria” La mostra sarà visitabile fino al 20 novembre al Castello di Masnago. L’ingresso intero è di 5 euro insieme a Villa Mirabello, il ridotto 3.