Beghi, direttore della Cardiochirurgia del Circolo saluta l’ospedale e la città

VARESE – Cesare Beghi, direttore del reparto Cardiochirurgia dell’ospedale di Circolo di Varese, sarà in pensione da luglio. Sono passati dieci anni da quando ha lasciato la sua Parma per sbarcare nella Città Giardino. E che d’ora in poi «mi rimarrà nel cuore», scrive in una lettera aperta indirizzata proprio alla città di Varese e a chi la abita. Un testo breve ma intenso, in cui sfoga le emozioni e i sentimenti che in questi anni lo hanno legato al territorio, rendendolo un personaggio conosciuto e stimato. Fra le sue esperienze anche momenti di vita spesi nel Terzo Mondo, come in Uganda o in Etiopia, nei quali si era spostato per aiutare chi non dispone degli stessi strumenti presenti in occidente. Ora lui ringrazia Varese e Varese farà lo stesso con lui.

Cara Varese

Eco il testo integrale della lettera del dottor Beghi:

Cara Varese,

È arrivato il momento di salutarti. Di ringraziarti. Di abbracciarti. Almeno questo si può fare per lettera.

Sono passati dieci anni da quando sono arrivato senza clamore da Parma e ho assunto la direzione della Cardiochirurgia dell’ospedale di Circolo. Sono stati anni intensi, difficili ma pieni di grandi soddisfazioni e di ricordi che mi accompagneranno per tutta la vita.

Lascio un reparto di cui mi sento profondamente orgoglioso, fatto da grandi professionisti ma soprattutto da persone vere. Ho speso tutto il mio tempo e le mie energie a trasfondere a loro tutti e prima di tutto, che la normalità, l’umiltà, la conoscenza ed il rispetto per gli altri sono gli ingredienti che fanno di un uomo un grande professionista.

Ma è arrivato il momento di salutarti. C’è un’altra vita oltre a questa. C’è la famiglia alla quale dedicare il tempo che rimane e che ho tolto a lei per seguire i miei sogni e raggiungere le mie mete. Alla mia famiglia devo tutto quello che sono stato e che sono ed è arrivato il momento di restituire a lei quanto merita.

Devo tornare a casa, come Ulisse nella sua Itaca.

Da un anno a questa parte sentivo il peso del lasciare casa mia ogni lunedì mattina per tornarci il venerdì sera come da dieci anni a questa parte, e questo peso toglie emozioni al mio lavoro. Nella vita bisogna capire quando è il momento di andare per lasciare il miglior ricordo di te. E’ una scelta che magari non tutti possono condividere ma per me è quella più bella e coerente con quello che sono stato e che sono.

Preferisco che mi si chieda “Perché te ne vai?” che “ Quando te ne vai?”.

Varese mi rimarrà nel cuore. Per sempre. È stato un sentimento che è cresciuto in questi anni. Piano, piano ma progressivamente sempre più intenso. Ho tanti amici a Varese, con i quali si è creato un rapporto fraterno e indissolubile.

Ma è arrivato il momento di salutarti. Senza clamore. In silenzio come quando arrivai.

Voglio veramente ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato in questo lavoro difficile : le segretarie, gli operatori sanitari, gli infermieri del reparto, del comparto operatorio e della Terapia Intensiva, le caposala, i tecnici perfusionisti, i colleghi anestesisti ed i miei medici. Un grazie di cuore. Il futuro è con voi.

Ringrazio i Colleghi dell’Azienda e dell’Università ed in particolare i Rettori che ho avuto il piacere di conoscere e che mi hanno onorato della loro amicizia: Il Prof. Dionigi che mi ha voluto fortemente a Varese, il Prof Coen Porisini che mi ha fatto diventare uno dell’Insubria ed infine il Prof. Tagliabue, che mi ha capito e mi ha lasciato libero di andare dove mi portava il cuore.

Ringrazio inoltre e non per ultima tutta la direzione strategica del nostro ospedale ed in particolare il direttore generale dott. Bonelli con il quale ho costruito un rapporto di stima ed amicizia.

Varese, io ci sarò sempre per te. Sempre.

Un abbraccio

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