«Restate a casa». E chi un tetto non ce l’ha? Gli ultimi e l’emergenza Coronavirus

gallarate city angels

VARESE – «Restate a casa». Autorità ed enti di ogni ordine e genere lo ripetono come un mantra. E’ il modo più efficace per limitare il rischio di diffusione del contagio da Coronavirus. Ma chi una casa non ce l’ha? «E’ il problema che come City Angels stiamo affrontando a livello nazionale, come associazione», spiega Andrea Menegotto, coordinatore provinciale per Varese degli angeli con il baschetto blu.

Dormitori chiusi dalle 8

«Al momento noi stiamo operando su tutto il territorio – spiega Menegotto – A Gallarate stiamo affiancando gli agenti della polizia locale nei servizi di controllo, ad esempio. A Varese collaboriamo con il dormitorio aperto per l’emergenza freddo e mantenuto dall’amministrazione comunale che ringraziamo per lo sforzo non indifferente. Certo, la situazione è complessa». Nel dormitorio varesino sono ospitate al momento circa dieci persone. «L’apertura della struttura comporta che siano osservate tutte le prescrizioni contenute nel decreto – spiega Menegotto – Quindi distanze da mantenere, utilizzo di tutte le protezioni per i volontari e chi opera nella struttura, sanificazione degli ambienti, disponibilità di gel disinfettanti idonei da utilizzare anche per ospiti. Ospiti ai quali, ogni sera, viene misurata la temperatura onde individuare immediatamente eventuali situazioni di rischio con tutti gli interventi che il caso comporta». I dormitori, però, alle 8 di ogni mattina si svuotano perché chiudono durante il giorno. «Noi continuiamo il nostro servizio anche nelle stazioni. Queste però, come accaduto a Varese in seguito ad alcuni interventi strutturali, si sono svuotate rispetto al passato e alcune persone in situazioni di disagio sono al momento difficili da rintracciare – prosegue Menegotto – E’ evidente che nel corso dei nostri servizi facciamo anche informazione monitorando l’eventuale insorgere di situazioni a rischio».

Monitoraggio e informazione

I City Angels, così come tutte le altre associazioni al momento attive al servizio della comunità sono autorizzate a farlo. «Abbiamo temporaneamente sospeso soltanto la nostra presenza in ospedale a Busto Arsizio, così come da convenzione – conclude Menegotto – Lo abbiamo fatto in accordo con la direzione sanitaria vista la particolare situazione degli ospedali in questo momento. Lo abbiamo fatto a tutela di tutti gli operatori e dei nostri volontari». Dai servizi svolti Menegotto trae anche una fotografia non proprio incoraggiante. «Dalla presenza di persone che vediamo per strada, dagli assembramenti che incontriamo durante i servizi, ci siamo fatti l’idea che il messaggio di restare in casa e uscire solo in caso di estrema necessità non sia del tutto stato recepito – dice il coordinatore provinciale dei City Angels – Faccio un esempio: due giorni fa siamo intervenuti a Gallarate in aiuto alla polizia locale che stava gestendo un incidente stradale. Un incidente con due feriti per fortuna non gravi. Con gli operatori e i soccorritori già sul posto, in pochi minuti, si è formato un assembramento di curiosi tra automobilisti di passaggio che si sono fermati e residenti in zona usciti di casa e riversatesi sulla strada. Così non va».

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