Covid e tumori, Patrini: «La prevenzione continua. Non vinca la paura»

adele patrini

VARESECovid-19 e malattie oncologiche: convivenza difficile. «Certo, però, non impossibile. Mi chiedete se la situazione oggi è da Mulino Bianco? No. Mi chiedete se le condizioni sanitarie per i pazienti oncologici sono impraticabili? Nemmeno. Anzi, nulla si è fermato. E’ vero viene rinviato quello che può essere rinviato. Ma soltanto quello, e i rinvii sono soprattutto per la sicurezza del malato oncologico».

La voce di un paziente

Adele Patrini (nella foto), presidente dell’associazione Caos (Centro Ascolto Operate al Seno onlus) non ha bisogno di presentazioni. E’ una delle voci più autorevoli sul tema in provincia di Varese e non solo. Questo, perché, lei parla da paziente oncologica. E’ un fiore d’acciaio al quale nessuno potrà mai permettersi di dire: «Ma tu cosa ne sai?». Perché «Sono in cammino con il cancro dal 1997 – spiega – Tre recidive, l’ultima terminata nel 2016. Ma, come tutti i malati oncologici sanno, si resta pazienti per tutta la vita. E’ un cammino, come ho detto». In questo cammino, guidata come migliaia di altri dal luminare Umberto Veronesi, ha affrontato una mastectomia bilaterale senza ricostruzione. Una scelta fortissima: non per una donna, ma per chiunque.

Non cediamo alla paura

E’ a lei che a fronte di una comprensibile paura tra chi affronta il cancro, in un percorso fatto di terapie, interventi, controlli e prevenzione, chiediamo com’è la situazione. «Il sistema sta reggendo nonostante l’inevitabile pressione dovuta alla presenza del Covid – spiega – Medici e infermieri oncologici non hanno smesso curare, la parola è importante, i loro pazienti. Nessuno è stato abbandonato. Questo a fronte di sforzi assolutamente importanti. Ci sono difficoltà? Sì. Si lavora tutti in squadra per far fronte? Sì. Parlo del tumore al seno: lo screening senologico non si è fermato. Anzi si lavora per chiamare tutte le 7.200 donne che devono esservi sottoposte, con alcuni ospedali della provincia di Varese che eseguono questo tipo di esame preventivo il sabato e la domenica dalle 8 alle 20».  Le breast unit continuano il loro lavoro, così come è attivo, anzi è stato addirittura potenziato il supporto psicologico per i pazienti: «Non vengono rinviate terapie irrinunciabili per la salute del malato – spiega Patrini – Vengono posticipati i controlli non urgenti ma, ad oggi, viene sempre già fissata una data. E questo è importantissimo per il paziente anche da un punto di vista psicologico».

Speranza e progettualità

Patrini non parla di numeri: «I numeri spaventano sempre e la malattia più grave che oggi tutti dobbiamo curare e sconfiggere è proprio la paura. Un sentimento comprensibile, naturalmente, ma che non deve condizionare ogni nostra scelta. Veronesi, di cui siamo tutti figli alla fine, diceva che la paura del cancro è peggiore, più grave, del cancro stesso. Dobbiamo fidarci del nostro sistema medico: non dimentichiamo che in Lombardia c’è da sempre molto pendolarismo sanitario. E oggi i rinvii, i tempi che si allungano dove è possibile farlo, sono anche dovuti al fatto che molti appartenenti al personale sanitario tutto si stanno ammalando. Inevitabile che il personale sia così ancora più sotto pressione. La parola che non dobbiamo mai dimenticare è: speranza. Che io identifico in progettualità: che si tratti di preparare una parmigiana o costruire un palazzo. Progettualità: siamo tutti in cammino, possiamo scegliere come affrontarlo. Il sistema medici, cittadini, squadra funziona. Non dimentichiamolo e dominiamo la paura».

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