Varese, giovani nel mirino del Covid. Preoccupa l’arrivo del picco dei contagi

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VARESE – Numeri in aumento, soprattutto tra i giovani e situazione ancora critica. Al punto che settimana prossima potrebbe anche essere raggiunto il picco dei contagi. E’ questo in sintesi il quadro settimanale, che traccia il direttore sanitario di Ats Insubria Giuseppe Catanoso. La conferenza stampa di questa mattina (giovedì 11 marzo) si è aperta in nome del dottor Roberto Stella, «morto proprio un anno fa», ha ricordato Catanoso facendo seguire qualche istante di silenzio.

Giovani nel mirino del Covid

L’eta media dei contagiati si è abbassata. Sono i giovani attualmente nel mirino del virus. I numeri parlano di 270 casi di positivi negli ultimi sette giorni e di 5.971 studenti e personale scolastico in quarantena. Numeri che tengono altissima l’attenzione. E che contribuiscono a tracciare, in prospettiva, una situazione che già settimana prossima potrebbe uteriormente peggiorare. «Sulla base dei dati in nostro possesso – ha spiegato il direttore Catanoso – il picco dei contagi è previsto per settimana prossima. Però, ripeto, stiamo parlando di una previsione. Soggetta a una serie di varianti. Come ad esempio l’istituzione della zona rossa. Se il governo l’attuerà questo potrebbe rallentare la corsa del virus».

Flebile flessione. Ma si spera nel Johnson & Johnson

Troppo flebile la flessione della trasmissione del virus per rendere solida la speranza di miglioramento. «Però – ha ricordato Catanoso – nelle prossime ore dovrebbe arrivare il via libera di Ema per il vaccino Johnson & Johnson. Questo significa poter contare su una maggior fornitura di vaccini».

Buone notizia invece su Viggiù, dove è stata completata la vaccinazione di massa, sfiorando il 70% dei vaccinati e rendendo il piccolo centro al confine della Svizzera il primo paese Covid free.

La diffusione della variante inglese

Il quadro contagi segna una netta diffusione della variante Inglese che in termini percentuali ha ormai superato la Wild Type, ovvero l’originaria di Wuhan. «Questo perché il virus tende a commettere errori nella replicazione – ha continuato Catanoso – Ciò significa che può portare a mutazioni. Nella maggior parte dei casi fallimentari e che non danno nessun problema sotto il profilo della sanità. In altri casi invece la mutazione riesce a essere più contagiosa e va a sostituire il tipo di virus originale. Il virus, non dimentichiamolo, ha lo scopo di replicarsi e diffondersi. Quindi le mutazioni che hanno successo sono quelle che portano a una maggior contagiosità, ma a una minore mortalità. Quindi troveremo virus pi contagiosi ma meno aggressivi».