Inaugurato l’anno giudiziario, a Varese magistrati sotto organico: meno 26%

varese inaugurato anno giudiziario

VARESE -Dopo la cerimonia nell’Aula Magna della Cassazione alla presenza delle più alte carico dello Stato oggi, sabato 30 gennaio, l’anno giudiziario è stato inaugurato in 26 Corti d’Appello. Tra queste, naturalmente, anche quella di Milano.

Dai proclami ai risultati

«Il Ministero della Giustizia si sta muovendo con modalità concorsuali snelle, ma occorre passare al più presto dal linguaggio dei proclami a risultati attesi, verificabili e misurabili, perché sono questi che contano». Lo ha detto il presidente reggente della Corte d’Appello di Milano, Giuseppe Ondei, come riporta l’Ansa, nell’intervento alla cerimonia dell’inaugurazione.

Varese in sofferenza

Ondei ha parlato delle «Sofferenze sull’effettiva presenza dei magistrati, con scoperture che vanno dal 6% di Lecco al 10% di Monza e Milano, fino al 26% di Varese e il 29% Lodi». E per quanto riguarda il personale amministrativo «ancora una volta il distretto di Milano segna una scopertura del 31,8%, dove quella nazionale e’ del 25%». L’elemento «Positivo – ha aggiunto Ondei – è che il decreto ministeriale del 14 settembre 2020 ha aumentato le piante organiche». In piu’, ha fatto riferimento al problema degli «Strumenti informatici deli uffici giudiziari che sono appena sufficienti», perché ci si trova di fronte a «interruzioni frequenti dei sistemi». Insufficienti, infine, anche le «aule del settore penale e i locali per le camere di consiglio». Per Ondei «continua a permanere la scarsità delle risorse tecniche delle cancellerie».

Covid e giustizia

«Gli uffici giudiziari hanno saputo reagire con immediatezza, grazie all’eccezionale senso del dovere e al grande sforzo dimostrato dal personale di magistratura e amministrativo», ha aggiunto Ondei.  Il «fenomeno pandemico», ha detto, ha «fatto emergere problematiche giuridiche sia nel settore civile sia nel settore penale: problematiche con le quali per molto tempo la giurisprudenza dovrà confrontarsi», come il «delicatissimo rapporto tra le libertà fondamentali e inviolabili del cittadino, il potere di ogni cittadino di circolare e soggiornare liberamente; il diritto di riunione; il potere di agire in giudizio; il diritto di svolgere l’attività economica privata e il diritto al lavoro. Dall’altro lato, c’è la necessità dello Stato di limitarle per la tutela della collettività. Così nel diritto civile è emerso il problema degli inadempimenti dei contratti con necessarie rinegoziazioni e aggiustamenti giudiziali, mentre in quello penale i temi del processo telematico e della sospensione dei termini di prescrizione».

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