Varese, la piscina olimpionica dell’ex Aermacchi protagonista in Commissione

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VARESE – Cambia la Commissione e cambia la narrazione del progetto dell’ex Aermacchi. Nel senso che, nell’illustrare il mega intervento di riqualificazione ai membri della Commissione Sport il progetto questa volta non esce triturato dalle opposizioni. E i commissari di maggioranza, oltre al sindaco Davide Galimberti e all’assessore Dino De Simone mettono insieme un “bel pacchetto di mischia” e, a differenze di quanto accaduto in Commissione Urbanistica, non si fanno soffiare la palla e riescono a far emergere i punti di forza dell’operazione. Ovvero ciò che avrebbe già dovuto essere evidente (ma così non è stato) dopo l’incontro della Commissione governata da Luca Paris: amministrazione favorevole e compatta nel portare avanti il recupero (a opera dei privati) dell’area ex Aermacchi.

La lunga attesa è finita

C’è anche il presidente della Robur Trombetta in Commissione, ovvero la parte degli operatori. Ed è proprio lui, dopo gli interventi introduttivi del presidente Paolo Cipolat e dell’assessore De Simone, a spiegare l’essenza delle strutture sportive che sorgeranno: i campi da basket, di cui uno omologato per la gara di campionato fino alla Serie B, con anche le tribune e la “regina dell’acqua“, ovvero una piscina olimpionica, struttura che manca a Varese e che va a colmare un gap importante nel panorama delle attività natatorie. Oltre a due vasche di dimensioni più ridotte. Insomma un impianto che potrà rispondere alle esigenze di chi nuota, di chi pratica la pallanuoto e del nuoto sincronizzato.

Via 7 mila metri quadrati di amianto

La parte politica di maggioranza ha così sottolineato i plus di questa (relativamente) piccola “cittadella della sport”: «La realizzazione del nuovo impianto sportivo si lega in modo stretto con la riqualificazione ambientale che verrà fatta del sito abbandonato e risolverà un grave e decennale problema di degrado al quartiere di Masnago», ha dichiarato Cipolat. Dino De Simone ha parlato anche di Ambiente (la Commissione è competente anche su questo tema oltre che sullo Sport): «Via il degrado, ma via anche 7 mila metri quadrati di amianto. Bonifica, il parco che verrà realizzato e l’intervento di messa in sicurezza del Vellone che scorre lì, daranno all’operazione un importante valore ambientale e di rigenerazione urbana». A sottolineare l’impegno degli operatori è invece stato il consigliere Enzo Laforgia. Mentre a cucire la sintesi sulla discussione è toccato al primo cittadino: «L’intervento dei privati in Commissione (criticato da Fabio Binelli ndr) è invece la dimostrazione di come questo progetto nasca dal dialogo continuo tra amministrazione e operatori, quindi tra pubblico e privato. Per quanto riguarda invece gli impianti, questa amministrazione ha investito moltissimo sullo sport. Anche a fronte della rinuncia della Provincia di continuare a mettere a disposizione delle società alcune palestre. Con il recupero dell’ex Aermacchi inoltre andiamo a colmare un vuoto nel panorama delle strutture sportive di cui da anni si parla: la piscina olimpionica. Finalmente Varese l’avrà».

I dubbi della minoranza

Le minoranze e Varese 2.0 invece non cambiano le proprie perplessità. Anche se questa volta non riesce a tenere il boccino della Commissione in mano. Simone Longhini, capogruppo di Forza Italia mette sul tavolo la questione strutture nel suo complesso. Ovvero «come si inseriscono nel contesto sportivo cittadino queste attività (piscine e palestre) visto che già in molti altri centri si svolgono le stesse discipline e cosa cambia alla Robur in via Marzorati». Elena Baratelli di Varese 2.0 ha ribadito in sostanza tutti i dubbi che aveva già espresso nella commissione Urbanistica.

Mentre Fabio Binelli della Lega, dopo aver manifestato il suo imbarazzo nel dover esporre i dubbi direttamente all’operatore e non solo agli amministratori ha chiesto «se il progetto già approvato di ampliamento di via Marzorati è a questo punto superato»; «quale il futuro della piscina comunale» e sottolineato che «l’intervento di rimozione dell’amianto non lo pagano i privati, ma di fatto il Comune, in quanto i costi verranno detratti dagli oneri di urbanizzazione». L’ultima stoccata leghista sul fronte ambientale: «Si parla di connessioni ambientali. Ma non qui, visto che tra il Montello e il colle Campigli sorgerà un supermercato. Continuo a pensare che si sia persa un’occasione. A Varese sono venuti grandi architetti a parlare di rigenerazione urbanistica, ma qui abbiamo un progetto di qualità urbana modesto visto che viene raso al suolo uno dei simboli industriali della città, senza lasciare traccia del passato, per fare un cubotto».

E l’acqua del Palaghiaccio

La Commissione poi ha fatto una ricognizione anche sul progetto del Palaghiaccio. Sotto la lente di ingrandimento le due vasche della piscina che non avranno più le stesse dimensioni. La vasca grande di via Albani ha una dimensione di 25 metri per 12,50, misure che per la Federazione italiana nuoto consentono lo svolgimento delle gare di pallanuoto solo per la categoria “under 13”. Per tutte le categorie superiori la federazione richiede una vasca di larghezza minima di 16 metri. E a fronte della riduzione della profondità attuale della grande c’è anche un aumento della vasca più piccola. «Questo – ha chiesto Longhini – non comprometterà le attività che si svolgono in entrambe le vasche?».

Le risposte sono arrivate sia dal consigliere Laforgia, sia dal sindaco. I quali hanno dato garanzie sulle misure delle due vasche: «Il Coni ha approvato il progetto anche sulla base delle nuove norme delle federazioni degli sport che si praticano al Palaghiaccio». E hanno anche ribadito le dimensioni dell’intervento. «Realizzato – hanno detto in sostanza – per dare ancora più valore alle società che da anni fanno sport in città. Società che stanno affrontando un momento delicato e complesso, lo sappiamo, ma che meritano di avere una struttura moderna ed efficiente a dimostrazione proprio del valore che sportivo e sociale che rivestono».

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