Varese, omicidio Macchi in Cassazione. Anche il Pg chiede l’assoluzione per Binda

stefano binda

VARESE – Delitto Macchi: anche il Pg della Cassazione chiede che venga confermata l’assoluzione di Stefano Binda (nella foto), arrestato nel 2016 con l’accusa di aver assassinato nel gennaio 1987 Lidia Macchi, giovane studentessa varesina massacrata con 29 coltellate. L’udienza davanti alla Massima Corte è in corso oggi, mercoledì 27 gennaio, a Roma. Il Pg ha detto no alla richiesta di un Appello bis per Binda che deve essere definitivamente assolto con una requisitoria lapidaria: «la sentenza di assoluzione pronunciata in appello per l’imputato regge, mentre i motivi della procura generale sembrano una rivisitazione dei processi di merito».

Nessuna prova a carico di Binda

Lo ha chiesto il sostituto Procuratore generale della Cassazione, Marco Dall’Olio, nella sua requisitoria davanti al prima sezione penale. Il Pg ha chiesto di respingere il ricorso del Pg di Milano Gemma Gualdi e delle parti civili contro il proscioglimento di Binda emesso il 24 luglio 2019 dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano. In primo grado l’imputato nel 2018 era stato condannato all’ergastolo.  «Il principio di presunzione di innocenza e quello dell’oltre ogni ragionevole dubbio sono stati correttamente applicati» nel verdetto d’appello che ha prosciolto Stefano Binda dall’accusa di aver ucciso Lidia Macchi e «la sentenza non ha compiuto alcuna anomala parcellizzazione dell’apparato indiziario nel suo percorso di ribaltamento delle certezze del primo grado». Lo ha detto il Pg nella sua requisitoria, come riporta l’Ansa, rilevando che l’alibi di Binda «non e’ stato smentito, non c’e’ il movente, non e’ suo il dna trovato sul corpo della vittima e nessuno ha individuato contatti tra Binda e Macchi la sera della scomparsa della vittima». La sentenza attesa nelle prossime ore.

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