Varese, omicidio Macchi: maxi risarcimento per Binda. Chiede 300mila euro

novik binda pendolismo giudiziario
Lidia Macchi e Stefano Binda

VARESE – Caso Macchi: oggi, martedì 24 maggio, davanti ai giudici della Quinta Corte d’Appello di Milano, l’udienza per il risarcimento a Stefano Binda, arrestato nel 2016 con l’accusa di aver assassinato Lidia Macchi, studentessa varesina, con 29 coltellate. Binda, assolto in via definitiva dall’accusa dell’omicidio di Lidia, fu detenuto ingiustamente per tre anni.

La Corte si riserva

Per quell’ingiusta detenzione Binda oggi chiede un risarcimento di 303mila euro. «La Corte si è riservata sulla decisione – commenta l’avvocato Patrizia Esposito, co-difensore di Binda con Sergio Martelli, al termine dell’udienza – Non credo avremo una decisine entro oggi. L’udienza è durata pochi minuti. Il punto è dimostrare che Binda, con il suo comportamento, non fece nulla per portare i giudici a decidere per la custodia cautelare». La decisione della Corte potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Binda fu condannato all’ergastolo in primo grado dai giudici del tribunale di Varese. Venne assolto in Appello. Assoluzione confermata anche in Cassazione. Durissime le parole dei giudici di secondo e terzo grado nei confronti della sentenza varesina. Tanto che tra magistrati erano volate le denunce.

varese omicidio macchi binda – MALPENSA24