Varese, caso Macchi: a maggio l’udienza per il maxi risarcimento a Binda

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VARESE – Caso Macchi: fissata il prossimo 24 maggio davanti ai giudici della Quinta Corte d’Appello di Milano l’udienza dove sarà discussa la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione presentata dall’avvocato Patrizia Esposito, co-difensore di Stefano Binda (nella foto) insieme al collega Sergio Martelli. La data dell’udienza è stata notificata ieri, martedì primo marzo.

L’arresto nel 2016

Binda, 54 anni, di Brebbia, era stato arrestato nel gennaio 2016, con l’accusa di aver assassinato con 29 coltellate Lidia Macchi, giovane studentessa varesina, uccisa nel gennaio del 1987 e ritrovata cadavere al Sass Pinì di Cittiglio. La condanna all’ergastolo in primo grado si era poi trasformata in piena assoluzione in Appello. Piena assoluzione confermata dalla Corte di Cassazione il 27 gennaio dell’anno scorso.

La richiesta di risarcimento

L’avvocato Esposito aveva depositato a quel punto una richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione (Binda è rimasto tre anni in carcere in custodia preventiva) pari a 327mila euro. “C’è un tetto massimo di 530 mila euro – avevano spiegato i legali di Binda – Il vecchio miliardo di lire. Viene riconosciuto un risarcimento di 250 euro al giorno per l’ingiusta detenzione”. I tre anni e mezzo di custodia cautelare in carcere di Binda si potrebbero tradurre in un risarcimento di circa 327mila euro. Il 24 maggio potrebbe già arrivare la decisione della Corte, sull’accoglimento o il rigetto della richiesta. L procura generale di Milano, che ha avocato il caso di fatto ottenendo la custodia cautelare a carico di Binda, ha espresso parere negativo.

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