Sagra delle Ciliegie a Varese, ripartenza per il commercio nella zona bianca

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VARESE – «La Sagra delle Ciliegie, primo evento in programma da quando siamo in zona bianca, è il simbolo della ripartenza per il settore del commercio: la manifestazione di domenica 20 giugno, che negli ultimi anni è stata spostata in via Sacco, sarà una festa di sistema». Ieri, giovedì 17 giugno, Ivana Perusin, vicesindaca di Varese, ha presentato l’evento a Palazzo Estense; insieme a lei, a illustrare i particolari dell’appuntamento c’erano gli organizzatori Rodolfo Calzavara, presidente provinciale di Fiva, e Mario Bernasconi.

Quaranta banchi e sei varietà del frutto

La 33 esima edizione della fiera, che si svolgerà seguendo norme di sicurezza anti Covid, offrirà una possibilità per far lavorare gli ambulanti e negozianti locali: come ha specificato Bernasconi, «sono previsti quaranta banchi differenti, con sette o otto di ciliegie, a cui si aggiungeranno quelli della Puglia e della Valtellina». Saranno presenti cinque o sei varietà del frutto, con prodotti più difficili da trovare come i duroni di Marostica e le ciliegie Ferrovia; verranno inoltre vendute albicocche, pesche, angurie e meloni. Per garantire la sicurezza alla Sagra, che si terrà dalle 7 alle 19, verranno poste delle transenne per una pedonalizzazione della zona, che sarà caratterizzata da entrate e uscite differenziate.

Uno spazio esterno per i negozi di via Sacco

In occasione della manifestazione in via Sacco ai negozi sarà riservato uno spazio esterno alla loro vetrina: «Non ci saranno distinzioni tra ambulanti e commercianti», ha dichiarato Calzavara. «Dobbiamo unire le forze, lavorare in armonia: esporremo insieme». Come ha sottolineato Perusin, La Sagra delle Ciliegie, iniziativa di sistema e opportunità di lavoro per tutti, «non prevede operatori che arrivino dall’esterno e coinvolgerà invece gli ambulanti in loco: è un esempio da seguire. Quello delle fiere è un tema che come amministrazione abbiamo sempre deciso a monte, attraverso un apposito tavolo per concordarle».

«Stiamo dalla parte degli ambulanti»

«A differenza della Sagra delle Polpette a Cassano, segnata dalle polemiche – ha aggiunto Calzavara – la nostra non è dotata di ristorazione e quindi non andrà a intaccare quella locale. Perché è un massacro: noi stiamo dalla parte degli ambulanti. E le nostre manifestazioni sono incentrate su prodotti diversi, come la pentola, il salame o, ancora , articoli da giardinaggio: spero che ci siano anche dei trattori. Il lockdown ci ha uniti di più, c’è più fratellanza. C’è il tam tam anche nel mondo dei fieristi puri, quelli che partecipano esclusivamente alle fiere ed evitano i mercati: sono stati molto colpiti dalla crisi per la pandemia e ora, anche se uno offre il tuo stesso prodotto, lo avverti delle manifestazioni in zona».

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