Varese, aiuta l’amico nel trasloco e gli porta via soldi e auto. A processo

VARESE – Avrebbe rubato circa 1.200 euro dalla casa del varesino che lo stava ospitando, accampando di volta in volta una scusa per non restituire una Ford Fiesta allo stesso uomo, che gli aveva prestato la propria utilitaria, e poi ne aveva preteso la restituzione. L’imputato a processo con le accuse di furto e appropriazione indebita, per il quale il pubblico ministero Antonia Rombolà ha chiesto la condanna a otto mesi di reclusione, è Sergio Domenichini, il 67enne già in carcere con una condanna in primo grado all’ergastolo, emessa dal Tribunale di Varese per l’omicidio della pensionata di Malnate Carmela Fabozzi.

La scatola con il denaro

I fatti per i quali Domenichini è oggi a processo risalgono al 2018. Li ha riassunti nella sua arringa il pm, che per l’imputato ha chiesto anche 250 euro di multa. Domenichini, in quel periodo in cerca di un posto dove stare, avrebbe approfittato dell’ospitalità che gli era stata concessa dall’uomo che è parte lesa nel processo, e avrebbe messo le mani sui soldi contenuti in una scatola di scarpe, preparata dalla persona offesa, insieme a tanti altri scatoloni, per traslocare.

Le scuse per non restituire l’auto

Poi l’uomo, che aveva chiesto al suo ospite una mano per il trasloco, fu ricoverato in una clinica e lasciò la propria auto a Domenichini, in modo tale che il 68enne potesse aiutare sua sorella negli spostamenti. Dopo aver lasciato la struttura sanitaria, ha ricordato il pm, l’uomo aveva preteso la restituzione del veicolo, e Domenichini, che aveva già manifestato l’intenzione di comprare l’auto e aveva con sé una doppia copia delle chiavi, avrebbe cercato con varie scuse di rimandare la restituzione.

«Tesi inverosimile»

Quanto ai soldi spariti dalla casa dell’uomo, ha aggiunto il pubblico ministero, l’imputato si era difeso dicendo che erano stati presi dalla polizia giudiziaria dopo che gli agenti lo avevano perquisito: «Una tesi inverosimile, smentita dagli stessi operanti».

L’equivoco

Di diverso avviso l’avvocato Francesca Cerri, difensore dell’imputato, che nel chiedere l’assoluzione del suo assistito da entrambe le accuse ha fatto riferimento ad uno scritto con cui la persona offesa aveva autorizzato Domenichini a usare la Ford Fiesta. Scritto che risale ad un periodo successivo alle dimissioni dell’uomo dalla clinica, e che potrebbe aver generato un equivoco circa la compravendita dell’auto. Domenichini infatti – è il ragionamento del legale – la aveva ancora a disposizione, nonostante non servisse più per accompagnare la sorella della persona offesa nei suoi spostamenti, e potrebbe aver pensato che fosse già sua.

«Manca la prova»

Quanto al furto, infine, non vi è prova – secondo l’avvocato Cerri – che a commetterlo sia stato proprio l’imputato: «Nessuno lo ha visto prendere la scatola con i soldi, e in quel periodo, a frequentare l’abitazione e ad occuparsi del trasloco, c’erano anche altre persone». La sentenza è attesa per il prossimo inverno.

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