Villa di Legnano confiscata alle ’ndrine diventa sede del centro antiviolenza

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LEGNANO – Da immobile della ’ndrangheta a centro antiviolenza per le donne. Con la delibera di giunta che concede in uso gratuito la villa nella zona nord di Legnano al Comune di Cerro Maggiore (la foto in alto è di archivio e non si riferisce ad essa) si è compiuto l’ultimo passo, di cui è stata data notizia oggi, giovedì 22 aprile, per riguadagnare il bene confiscato alla criminalità organizzata all’uso della collettività. Ora, infatti, si creano le condizioni per attivare nell’edificio le due funzioni progettate: il centro antiviolenza (oggi attivo nella Tecnocity di via XX Settembre negli uffici dei Servizi sociali e gestito da Auser Filorosa) e la casa verso la semiautonomia, in cui le donne vittime di violenza potranno consolidare il percorso di autonomia personale e il reinserimento sociale e lavorativo.

Maffei: «Diventeremo ente capofila della rete antiviolenza»

«Dopo quasi cinque anni – spiega l’assessore alle Pari opportunità, Ilaria Maffei – dalla scelta compiuta dalla giunta Centinaio di mettere a disposizione questo bene della rete antiviolenza, perfezioniamo un percorso che riveste un grande valore simbolico e concreto. Legnano si è impegnata in questi anni per la ristrutturazione dell’immobile e adesso lo mette a disposizione del Comune capofila della rete per avviarne l’operatività. Nella stessa delibera dichiariamo anche l’intenzione di candidarci a ente capofila della rete antiviolenza Ticino Olona, ruolo da cui Cerro cesserà alla fine dell’anno. È la dimostrazione della nostra volontà di essere in prima fila per le iniziative di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne».

Alla fine del 2020 l’Amministrazione Radice, in una logica di cooperazione fra Comuni, aveva deliberato gli ultimi interventi di riqualificazione funzionale dell’immobile, a seguito delle richieste di adeguamento avanzate dal Comune di Cerro Maggiore: gli interventi si sono conclusi nel mese di marzo. Con la disponibilità dell’immobile per uno scopo di utilità pubblica si viene così incontro alle richieste avanzate ai Comuni dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata e dall’associazione Libera contro le mafie.

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