Mafie, nel Legnanese riutilizzati 35 beni confiscati. Libera: «Ora tocca agli altri 30»

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RESCALDINA – Sono ben 65 i beni finora confiscati alla criminalità organizzata nel Legnanese: di essi, più della metà, 35, sono già stati riutilizzati a vantaggio della comunità (nella foto in alto, una villa confiscata alle mafie sul Sempione a San Vittore Olona). I dati sono contenuti nel rapporto “Adesso, riutilizziamoli bene” che è stato illustrato oggi, sabato 6 marzo, in occasione della presentazione (nella foto sotto) del Presidio Libera di Legnano, costituito lo scorso dicembre su un progetto condiviso da cittadini e associazioni del Legnanese e intitolato a Antonella Valenti, Ninfa e Virginia Marchese, giovanissime vittime di mafia. Fra le prime iniziative promosse dal Presidio, oltre al rapporto redatto da esso per «sottolineare l’importanza dei beni confiscati come strumento per la lotta alla criminalità organizzata di tipo mafioso», figurano la promozione della XXVI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che sarà celebrata il 20 e 21 marzo, e la collaborazione con le scuole del territorio.

L’associazione: «Così togliamo potere alla criminalità organizzata»

rescaldina libera mafie confiscaDomani, 7 marzo, ricorrerà il 25° anniversario dell’approvazione della legge che disponeva il riutilizzo dei beni immobili, mobili e aziendali confiscati alle mafie per restituirli alla collettività. «L’idea di destinare quei beni a fini sociali – ha ricordato Martina Sala, intervenuta alla presentazione insieme agli altri componenti del Presidio locale di Libera Marco Vajna de Pava e Paolo Meroni – fece seguito alle iniziative della nostra e di altre associazioni che promossero la legge in sinergia con la società civile. Confiscare case, conti e altri immobili alla criminalità organizzata significa non solo privarla del patrimonio, ma anche del suo potere e della sua influenza. Fra i nostri obiettivi c’è quello di creare un network con la collettività, per informare i cittadini della presenza sul nostro territorio di beni confiscati e per lavorare con le Amministrazioni locali così da valorizzarli in maniera concreta, consapevole e soprattutto trasparente». «I beni confiscati – le ha fatto eco Meroni – sono un segno forte del contrasto alla criminalità, per toglierle il potere che le deriva dal possedere case, ristoranti, aziende. Il nostro dossier vuole essere l’inizio di un dialogo con le Amministrazioni locali per sostenerle nel riutilizzo: sappiamo che non è sempre facile gestire un immobile e metterlo a disposizione dei cittadini, e per questo purtroppo molti beni rimangono inutilizzati».

In molti comuni mancano gli elenchi

La legge dispone che i beni confiscati possano essere destinati a fini sociali o istituzionali: nel primo caso, i Comuni li assegnano tramite bandi pubblici a enti del Terzo Settore quali associazioni, cooperative, gruppi e comunità che se ne servono per realizzare progetti con finalità sociali; nel secondo caso, il riutilizzo è garantito direttamente dall’Agenzia nazionale che, in collegamento con le altre Amministrazioni dello Stato, persegue finalità di giustizia, ordine pubblico e protezione civile. Negli 11 comuni del Legnanese che fanno parte del territorio di competenza del Presidio si contano ad oggi 65 beni confiscati, di cui 30 in gestione fra immobili e aziende e 35 già destinati a enti pubblici o del Terzo Settore. Difficile valutarne il loro valore complessivo: gli immobili sono in diverse condizioni e per ristrutturare alcuni di essi si attendono le risorse necessarie stanziate dalla Regione Lombardia attraverso un fondo dedicato. Mentre a Busto Garolfo, San Giorgio su Legnano, Canegrate e Villa Cortese non ve ne sono, solo i Comuni di Legnano e di San Vittore Olona presentano elenchi pubblici; Rescaldina comprende invece i suoi 2 fra le proprietà immobiliari.

Il buon esempio di Legnano e Rescaldina

rescaldina libera mafie confiscaQuesti i beni censiti nel Legnanese: a Rescaldina 10, di cui 8 immobili destinati alla Cooperativa la Tela e a un altro ente del Terzo Settore; a Cerro Maggiore 3, tutti in gestione e quindi non ancora riutilizzati; a San Vittore ben 13, di cui 2 destinati e molti altri purtroppo in pessime condizioni (qui sopra, l’interno della villa in alto); a Dairago 4, già destinati a scopi sociali; a Legnano, il comune più ricco di beni confiscati alle mafie, si contano 10 immobili e 3 aziende in gestione, e altri 14 immobili e 1 azienda destinate; a Nerviano 4 immobili, tutti destinati; e a Parabiago 3, di cui uno destinato alla Guardia di Finanza. Fra gli esempi più riusciti di recupero sono stati citati la Tela, che ha sede in una villa sulla Saronnese confiscata alla criminalità organizzata, e l’appartamento di Legnano in via Cuzzi che l’associazione Cielo e Terra Onlus ha reso una risorsa utile all’housing temporaneo. Alla presentazione del Presidio e del suo report hanno partecipato anche il vice presidente di Libera, Davide Pati, che ha parlato di «133 beni confiscati e riutilizzati in tutta la Lombardia», e Paolo Testa, presidente della Tela di Rescaldina.

Mafie: costituito un presidio di rete territoriale di Libera a Legnano

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