I rifiuti organici diventano biomateriali, con la mosca soldato: studio dell’Insubria

team dell’Insubria nel laboratorio di Biologia degli invertebrati, da sinistra: Gianluca Tettamanti, Annalisa Grimaldi, Deborah Muraca, Daniele Bruno, Nicolò Baranzini, Laura Pulze e Aurora Montali

VARESE – Economia circolare dei rifiuti: il prezioso lavoro della mosca soldato Hermetia illucens in uno studio dell’università dell’Insubria. L’esempio dell’insetto alla base del progetto Rich, finanziato da Fondazione Cariplo e coordinato da Gianluca Tettamanti del Dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita: trasformare i rifiuti in biomateriali. Grazie alle larve della mosca soldato, che smaltiscono la “Forsu”, la frazione organica dei rifiuti, il cosiddetto “umido”.

La “mosca soldato”

Si chiama Hermetia illucens, è una mosca soldato e rappresenta una delle sfide più attuali della sostenibilità ambientale: la conversione dei rifiuti organici di basso valore in biomolecole, proteine e lipidi, utilizzabili per generare prodotti innovativi. Questa tesi è al centro del nuovo progetto del Dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita dell’Università dell’Insubria intitolato Rich, ovvero «Turning Rubbish Into biobased materials: a sustainable CHain for the full valorization of organic waste», finanziato da Fondazione Cariplo con trecentomila euro per tre anni, nell’ambito del bando 2020 «Economia Circolare: ricerca per un futuro sostenibile». Si tratta del secondo progetto sostenuto da Cariplo per lo studio insubrico dell’Hermetia come risorsa, dopo «InBioProFeed» concluso nel 2019 e incentrato sulla trasformazione delle larve, allevate su scarti di frutta e verdura, in mangime per pesci.

L’obiettivo

In cosa consiste esattamente la nuova ricerca condotta nel laboratorio varesino di Biologia degli invertebrati dell’Insubria? Lo spiega il coordinatore Gianluca Tettamanti: «La mosca soldato fornisce le uova da cui schiudono le larve che vengono poste sul substrato da smaltire, ovvero la frazione organica del rifiuto solido urbano, la cosiddetta Forsu. L’allevamento delle larve sul substrato, che rappresenta la loro fonte di nutrimento, porta da un lato alla riduzione dello scarto e dall’altro all’ingrasso delle larve, producendo biomassa. Dalle larve vengono successivamente estratte e purificate le proteine per produrre i biomateriali». L’obiettivo ultimo del progetto è creare una filiera innovativa e integrata di economia circolare per la gestione dei rifiuti. A questo scopo, un efficace trattamento della Forsu, che rappresenta il 30% delle 30 milioni di tonnellate di scarti prodotti in Italia, potrebbe portare a un significativo miglioramento dell’intero sistema, contribuendo alla riduzione degli effetti negativi sull’ambiente e sulla salute pubblica generati da pratiche di smaltimento inappropriate.

Il team del progetto

Il progetto Rich è stato avviato con un Kick-off meeting il 7 aprile e coinvolge un gruppo di ricerca con competenze multidisciplinari, con la collaborazione di Università degli Studi di Milano, Politecnico di Milano e Deutsches Institut für Kautschuktechnologie. Nel team Insubria, oltre al coordinatore Gianluca Tettamanti e a Gianluca Molla del Dipartimento di Biotecnologie e scienze per la vita, ci sono Vincenzo Torretta del Dipartimento di Scienze teoriche e applicate, Andrea VezzulliRaffaello Seri ed Elena Maggi del Dipartimento di Economia.

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