VISTO&RIVISTO Allungare il brodo, ma con stile

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di Andrea Minchella

VISTO

DOWNTOWN ABBEY 2- UNA NUOVA ERA, di Simon Curtis (Downtown Abbey II- A New Era, Regno Unito- Stati Uniti 2022, 125 min.).

A quasi tre anni dal primo capitolo del film tratto dalla famosa serie britannica che ha letteralmente stregato il mondo intero, torna al cinema la famiglia inglese più famosa ed elegante della immaginazione collettiva contemporanea. E con lei torna nel suo massimo splendore, o quasi, la tenuta dello Yorkshire che dà il titolo all’intero progetto. La famiglia Crawley, capeggiata dalla carismatica Violet, per più di due ore accompagna lo spettatore tra buone maniere, gentilezza ed emozioni calibrate. Anche in questa pellicola il garbo e la pacatezza diventano il filo conduttore di una sceneggiatura ben scritta che segue e traina una storia apparentemente semplice ma in realtà molto più iconografica ed avvincente di quanto si possa credere.

Infatti “Downtown Abbey 2” mette al riparo, da un’estinzione artistica, la stirpe dei Crawley, raccontando una trasformazione significativa della società alla quale gli inquilini di Downtown Abbey non solo vi partecipano, ma riescono anche ad adattarsi alle novità e ai nuovi scenari che il progresso tecnologico apporta all’evoluzione dell’umanità. Il passaggio dal cinema muto al cinema con il sonoro, infatti, è una tappa fondamentale per la metamorfosi del mondo in un luogo più moderno e più globalizzato. I Crawley si rivelano all’altezza del cambiamento garantendosi una continuità e, magari, nuovi capitoli cinematografici che il pubblico, orfano della serie di successo planetario, apprezza e “consuma” con una sorta di esperienza “terapeutica”.

Perché quando assistiamo alle vicende legate alla famiglia Crawley ci immergiamo in un mondo che si contrappone drasticamente al nostro, dove le buone maniere, l’ascolto, la cura del dettaglio e l’attenzione alla forma sono aspetti che hanno abbandonato le nostre vite a favore di una frenesia schizofrenica, una superficialità rumorosa ed un’esasperata attenzione alla sostanza che rendono la nostra quotidianità sempre più alienante e sempre meno entusiasmante. Potere ed essere in grado di sognare rimane una delle ultime prerogative alla quale progetti come questi danno un necessario ed emozionante stimolo.

La regia di questo secondo racconto cinematografico è affidata al bravo Simon Curtis che ci aveva fatto emozionare qualche anno fa con il riuscito “Marylin”, in cui una penetrante Michelle Williams era riuscita perfettamente a farci rivivere i momenti più cupi della bella e triste Monroe. Qui Curtis dirige una squadra enorme di attori e di tecnici. Mi immagino un set gigantesco in cui la calma e la pacatezza la fanno da padrona. Il successo di “Downtown Abbey” risiede proprio nell’elaborare una vicenda famigliare trasformandola nell’epica dell’umanità alla quale vorremmo ancora appartenere. La capacità della storia, della sceneggiatura, della scenografia, del montaggio e degli attori di farci “esiliare” per due ore dalle nostre vite così chiare, ragionate e molto conformate, è così potente da mettere nella condizione gli spettatori di bramare, già ai titoli di coda, un nuovo capitolo.

L’operazione artistica capeggiata dal geniale Julian Fellowes, di cui in questo periodo possiamo vedere il meno affascinante “The Gilded Age”, non è priva di qualche sbavatura. Fra tutte, la scelta di come congedare una delle colonne portanti della famiglia, della tenuta e di tutte le storie che per anni hanno inondato milioni di spettatori in tutto il mondo. Tutta la sequenza della “dipartita” stona e risulta troppo didascalica per il ritmo e la fluidità che fino a quel momento abbiamo potuto apprezzare. Peccato. “Downtown Abbey 2”, comunque, rimane un buon film che raggiunge quasi completamente il suo obbiettivo. Come nel film che viene girato nella tenuta di Downtown Abbey, anche questa pellicola ha lo scopo di farci vivere “in un mondo che non conosciamo, una vita che non viviamo ma che sogniamo di vivere”.
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RIVISTO

DOWNTOWN ABBEY, di Julian Fellowes (Regno Unito 2010- 2015, 52 x 55 min., ITV- PBS).

Una delle serie britanniche più di successo di sempre. La nobile e romantica mente di Fellowes dà vita alle dinamiche della famiglia Crawley, ambientandole nella sterminata tenuta di Downtown Abbey.

I Crawley e la loro servitù diventano protagonisti assoluti di un’appassionante ed articolata vicenda che è già diventata un’icona dell’immaginario fantastico contemporaneo.

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