VISTO&RIVISTO La magia di un’eterna giovinezza

minchella visto rivisto

di Andrea Minchella

VISTO

LICORICE PIZZA, di Paul Thomas Anderson (Stati Uniti 2021, 133 min.).

Poesia pura. Ricordi di una giovinezza che vorremmo afferrare e che non vorremmo più lasciare andare. Odori. Sapori. Colori. Musiche e sensazioni. La pellicola scorre e ci ritroviamo catapultati nella nostra giovinezza, nella nostra vita, in quella stagione in cui il cuore era l’unico organo che ci rendeva vivi. Paul Thomas Andreson, che si era già guadagnato un posto all’Inferno con lo strepitoso “Magnolia”, si guadagna con “Licorice Pizza” un posto in Paradiso. E anche un posto nell’anima di tutti i sognatori e di tutti i romantici del mondo.

“Licorice Pizza” è una dichiarazione d’amore nei confronti della spensieratezza che accompagna i primi anni della nostra vita. È una dichiarazione d’amore per l’arte e per il cinema che hanno segnato indelebilmente il regista che con questo film realizza il suo manifesto estetico e romantico. Gary Valantine, un sorprendente Cooper Hoffman, figlio del compianto Seymour, è un ragazzo buffo e sognatore della California assolata degli anni settanta. Qui incontra Alana Kane, interpretata da una preparatissima e capace Alana Haim, più grande di lui di dieci anni, con la quale vuole subito instaurare una relazione, che sia di amicizia o d’amore. Gary vuole stare con Alana.

Paul Thomas Anderson segue e filma, spesso con una macchina a spalla che rende tutta la vicenda un flusso continuo delle nostre coscienze più innocenti e illuse, il continuo perdersi e ritrovarsi dei due protagonisti. Le avventure dei due diventano subito una questione che ci riguarda. Quella California, quelle canzoni, quei colori, diventano presto il riflesso della nostra anima più sincera e semplice. Paul Thomas Anderson racconta una storia di giovinezza con gli strumenti e la grammatica più innovativi e sufficientemente freschi da rendere la narrazione sincera e potente, catartica e terapeutica.

La trama ruota attorno a due anime non ancora sporcate dall’età adulta in cui l’ipocrisia, la retorica e la sofferenza diventano abituali e quotidiane. Ogni esperienza che viviamo da giovani, ci racconta il regista con magistrale analisi, diventa inesorabilmente epica della vita stessa. Ogni giorno della nostra esistenza diventa un pezzo unico e insostituibile della nostra anima e del nostro corpo. “Licorice Pizza” è il diario che tutti avremmo voluto tenere e sul quale avremmo voluto annotare le nostre sensazioni più sincere e intime. La California è la nostra cameretta in cui abbiamo sognato la persona che ci avrebbe trasformato in esseri adulti. Gary e Alana sono poesia e vita vera, profumi e odori di un’adolescenza che dura troppo poco per poter essere davvero apprezzata. L’America, qui, diventa terreno fertile per i sogni e i desideri degli adolescenti ancora sufficientemente lontani dal mondo degli adulti ma già troppo distanti da un’infanzia esageratamente sospesa e protetta.

Paul Thomas Anderson segue il filo del racconto da un punto di vista sorprendente e sorpreso come è quello degli adolescenti, sincero, schietto ma anche limitato alla sola esperienza senza l’analisi del contesto. Il racconto di Anderson diventa istinto e azione, lacrime e risate. Il film, che forse può lasciare parecchi punti interrogativi, segue invece un percorso chiaro e netto come sono i pensieri dei ragazzi che hanno il diritto e il dovere di sognare qualsiasi cosa essi desiderano. I giovani, ci dice Anderson, fluttuano sulle loro esistenze senza sentire ancora il peso reale delle loro azioni e della vita adulta. Fluttuano come accade a Gary sui suoi materassi ad acqua che promettono di regalare esperienze uniche e irripetibili. Accompagnato da una colonna sonora perfettamente calibrata, “Licorice Pizza” si trasforma in un’esperienza sensoriale unica e assolutamente necessaria. La fotografia, curata dallo stesso Paul Thomas Anderson, rende ogni inquadratura un piccolo capolavoro visivo che diventa iconografia del sogno americano e del desiderio universale di non crescere mai ma di rimanere per sempre giovani, sognatori e innamorati.

***

RIVISTO

NOTTI MAGICHE, di Paolo Virzì (Italia 2018, 125 min.).

Sorprendente, giovane, sincero e divertente. Questo è il bel film di Virzì che racconta un’estate romana di qualche anno fai di tre giovani sceneggiatori e delle loro vite che si intrecciano in un “giallo” cinematografico che ha molto di autobiografico ma che trasforma una narrazione equilibrata e intelligente in un film originale e molto divertente.

Attori giovani e una sceneggiatura molto ben strutturata che arricchiscono un Virzì sempre capace e puntuale nella capacità narrativa.

minchella visto rivisto – MALPENSA24