VISTO&RIVISTO La religione americana dei soldi, delle preghiere e delle pillole

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di Andrea Minchella

VISTO

GLI OCCHI DI TAMMY FAYE, di Michael Showalter (The Eyes of Tammy Faye, Stati Uniti 2021, 126 min.).

Tammy Faye è stata, probabilmente, la Judy Garland dei tele predicatori americani degli anni ottanta. La sua spiccata e camaleontica vena artistica la rende meno colpevole di quanto, probabilmente, sia stata veramente. La sua voce alla “Betty Boop” rimane impressa nelle menti dei milioni di “fedeli” che l’hanno vista, per anni, come una sorta di Madonna terrena che accoglieva nel suo cuore indistintamente tutti.

La forza di Tammy, certamente, risiede nella sua visione limpida e generosa del mondo. Tammy è uno di quei simboli della società americana moderna che ci aiuta a capire meglio le sue complesse dinamiche e i suoi comportamenti antropologici e sociali più controversi. Personalità come quelle di Tammy Faye rispecchiano perfettamente tutti i vizi e le virtù di una delle democrazie più enigmatiche e contradditorie del mondo moderno. Scoprire i segreti di Tammy significa venire a conoscenza dei lati più nascosti di una nazione i cui connotati sono sempre risultati indefiniti e pericolosamente intrecciati con un forte senso di insofferenza verso tutto ciò che poteva, e può, far vacillare il più potente e vitale sentimento patriottico di appartenere ad una delle potenze mondiali più solide ed egemoni del mondo.

Il film ripercorre la vita di Tammy e di suo marito Jim Bakker che, a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, sono diventati due “divinità” nel mondo, florido e potentissimo, dei telepredicatori televisivi. Cristiani carismatici, Tammy e Jim nel giro di poco tempo riescono a creare una congregazione, una televisione e una catena di offerte che hanno reso la PTL, la loro creatura, una delle più influenti realtà televisive di divulgazione religiosa. Tammy e Jim si sono ritrovati ben presto ad essere figure di riferimento di milioni di americani che seguivano le loro trasmissioni e donavano milioni di dollari per rendere sempre più solida e grande la loro azienda.

La PTL possedeva studi televisivi e terreni sui quali venivano costruite residenze di lusso per ricchi americani. Le attività della loro congregazione, grazie alle numerose offerte, potevano incentrarsi anche sull’assistenza ai poveri e sulla divulgazione capillare della religione e dei suoi dogmi. Jim, più conservatore, si scontrerà presto con l’innocente e candida visione della dolce Tammy che voleva accogliere nella sua congregazione tutti, omosessuali compresi. Proprio negli anni ottanta, con lo scoppio dell’epidemia dell’AIDS, l’omosessualità diventerà un violento e ideologico motivo di scontro tra democratici e repubblicani. La corsa di Regan alla Casa Bianca verrà aiutata da tutte quelle realtà, congregazioni comprese, che potevano garantire una condanna netta e univoca all’omosessualità.

Proprio queste divergenze profonde inizieranno a far vacillare la solidità della congregazione di Tammy e Jim e del loro matrimonio. Verrà presto anche alla luce che i soldi che venivano raccolti erano, in realtà, destinati a molte attività che non avevano a che fare con l’assistenza dei poveri e con la divulgazione religiosa. Il potentissimo Jerry Falwell, pastore protestante, non esiterà a estromettere Tammy e Jim dalla congregazione prima che Jim finisca in carcere per reati finanziari e Tammy rinunci a tutto il lusso che aveva caratterizzato la sua vita negli ultimi vent’anni. Tammy si ritroverà senza soldi e con un passato fatto di creme per la pelle, trucco permanente e un abuso di pillole che l’hanno resa fragile e caricatura di se stessa.

Il film racconta la vita di Tammy e Jim senza però scendere troppo in profondità, come se il regista volesse rimanere distante per meglio cogliere l’inconsistenza di tutta la vicenda. Così facendo lascia in mano alla bravissima Jessica Chastain e al sorprendente Andrew Garfield il timone di guida in una storia appassionante e triste che però viene diluita troppo in un film che decide di osare poco e quindi non lascia un segno particolarmente evidente.

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RIVISTO

THE MASTER, di Paul Thomas Anderson (Stati Uniti 2012, 138 min.).

Potente ed epico. Seymour Hoffman e Phoenix in un agghiacciante ritratto di un uomo la cui intuizione diventerà la cifra primordiale di una vera e propria setta moderna.

L’arte di manipolare e la capacità di soggiogare diventano le qualità assolute alla base di una nuova religione americana capace di rapire e influenzare una moltitudine sconfinata di persone. Da rivedere per la sorprendente e angosciante attualità dei temi trattati.

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