VISTO&RIVISTO L’amicizia in un mondo che non c’è più

amica geniale minchella

di Andrea Minchella

VISTO

L’AMICA GENIALE, di Saverio Costanzo (prime due puntate della serie, Ita-USA 2018, 100 min.).

Aderenza alle cose. Questa è la qualità, tra le tante, che Elena, Lenù, apprezza in Lila, la sua amica geniale.

In questo maestoso progetto, Saverio Costanzo riesce a mettere tutta la sua esperienza, poliedrica e consolidata, insieme all’affinità che con i casi letterari sembra avere in maniera particolare. Già, infatti, con il capolavoro di Giordano “La Solitudine dei Numeri Primi”, Costanzo era riuscito a trasferire con delicatezza le pagine fragili di quel libro sullo schermo e nel cuore degli spettatori. Marinelli e Rohrwacher, poi, avevano reso quell’operazione un po’ più semplice. Qui il compito sembrava più ostico: il romanzo della Ferrante, infatti, non solo fa parte di una quadrilogia epica che tutto il mondo ha potuto conoscere, ma contiene una ricerca lessicale e capacità descrittive talmente evocative, che solo un impavido avrebbe potuto accettare la sfida di trasformarlo in un prodotto cinematografico. Ed allora Costanzo, che già si era cimentato con la trasposizione italiana di “In Treatment”, decide di farne una serie, grazie anche all’appoggio dell’americana HBO. E così trasforma “L’Amica Geniale” in una serie di 8 puntate. Le prime due al cinema per tre giorni: un’operazione molto anglosassone, ma che bene fa al nostro cinema.

Si parla di un mondo che non c’è più, di un mondo in cui la messa è recitata in latino, un mondo dove nelle classi ci sono le lavagne con i gessi bianchi, un mondo dove due bambine che, appena riescono a “estorcere” qualche soldo al signore del paese, forse usuraio forse no, decidono di non ricomprare le bambole che forse quell’uomo ha preso loro, ma vanno nell’edicola del paese per comprarsi “Piccole Donne”. Quel libro lo leggeranno decine di volte, ed intanto l’amicizia tra loro prende forma e si trasforma in una singola forma di vita, un’entità piena di luce e di speranza che sembra quasi essere, insieme alla cultura ed alla curiosità, l’unica vera cosa per la quale una vita sia degna di essere vissuta.

 

RIVISTO

LA MEGLIO GIOVENTU’, di Marco Tullio Giordana (Italia 2003, 2 parti, 360 minuti).

Se ci fosse un’Arca dove salvare più cose possibili perché rimanga memoria dell’Italia, certamente questo capolavoro dovrebbe avere un posto assicurato. Marco Tullio Giordana, infatti, in questo racconto corale descrive l’Italia degli anni 60, 70, 80, 90 e duemila con una precisione e una profonda sensibilità da farti sentire uno dei personaggi che si muovono all’interno delle dinamiche della famiglia romana piccolo borghese che fa da cardine a tutto il racconto. Anche qui il messaggio è chiaro: solo la cultura e lo studio possono salvare l’uomo dalle barbarie. Iconografica la salvazione, da parte di studenti volontari provenienti da tutt’Italia, di migliaia di libri a Firenze dopo la disastrosa alluvione del 1966.

Da qui sono natii Alessio Boni e la magnifica Jasmine Trinca. Luigi Lo Cascio ha invece regalato, forse, la sua migliore interpretazione di sempre.

Amica geniale minchella – MALPENSA24