VISTO&RIVISTO Oltre il thriller, un angosciante viaggio nell’anima

mnchella luchetti visto rivisto

di Andrea Minchella

VISTO

CONFIDENZA, di Daniele Luchetti (Italia 2024, 136 min.).

Ancora Starnone. Ancora Luchetti. Ancora Germano. Il regista romano, cresciuto con le fobie e le ossessioni di Nanni Moretti, per cui ha fatto da aiuto regista nelle sue pellicole più significative, realizza il suo film più complesso e più intimo. Prende un romanzo del 2019 di Domenico Starnone, richiama il suo alter ego Elio Germano e mette in scena un’opera intensa e profonda che cerca di indagare nelle pieghe più nascoste l’essere umano, le sue paure, le sue bugie, e la sua capacità di vivere relazioni con altri esseri umani. Luchetti, insieme al bravissimo Francesco Piccolo, trasforma il romanzo dello scrittore napoletano in una sceneggiatura angosciante ed angosciata, in cui ogni parola compone un mosaico gigantesco dentro il quale ogni spettatore può ritrovare un pezzo, una traccia, un granello della propria esistenza.

La vicenda ruota attorno a Pietro Vella, un professore di lettere in un liceo della periferia romana, e della relazione che instaura con Teresa Quadraro, una delle sue allieve più capaci e affascinanti. Pietro è innamorato della sua materia e dei suoi alunni. Pietro vive la sua esistenza senza preoccuparsi della posizione delicata che ricopre, godendosi sornione le attenzioni ambigue di alcune delle sue alunne. Pietro è un fautore della pedagogia dell’affetto che avvicina la figura del professore ai suoi alunni. Nulla di nuovo nel vero mondo della scuola. Ma l’abbandono dell’università di Teresa alcuni anni dopo la maturità lo fa piombare, nel giro di pochi istanti, in una voragine di emozioni e di paure che diventa la metrica ossessiva che ci accompagna fino all’ultima sequenza.

La follia dell’amore da tenere nascosto, il terrore del giudizio degli altri, il desiderio di vivere per sempre una relazione intensa e asfissiante, sono alcune delle sensazioni che stringono fino al soffocamento l’intera narrazione. Luchetti non vuole semplificare nulla ma, anzi, trasforma il racconto di Starnone in un vortice temporale in cui i protagonisti vengono quasi deformati per meglio adattarsi al continuo mutare dello sviluppo della storia. Pietro e Teresa si perdono e poi si ritrovano per perdersi di nuovo. L’amore che provano, o che credono di provare, viene cicatrizzato sulla loro pelle grazie ad uno scambio di segreti tra i due che cambia definitivamente le prospettive che ognuno di loro ha dell’altro.

Il film, dunque, segue un ritmo incalzante che fa intravedere il miglior Hitchcock che sia stato mai realizzato. Il montaggio frenetico, le note inedite di Thom Yorke e le interpretazioni degli attori, tutti, trasforma un’ottima commedia “noir” in un puntuale resoconto dell’anima di un uomo e della sua capacità di amare senza ostacoli ma con l’incapacità di abbandonare definitivamente il senso di controllo sull’amata. Il segreto inconfessabile che Pietro dichiara a Teresa lo rende vulnerabile e sottomesso alla imprevedibilità amorosa e sentimentale di una Teresa disposta a tutto pur di non tranciare anche il più sottile filo che la tiene legata al suo amato Pietro.

Starnone prima e Luchetti dopo cristallizzano sapientemente le zone d’ombra che inevitabilmente convivono con l’innamoramento e con l’esperienza dell’amore con un altro individuo. Nulla è scontato, il flusso della storia non si interrompe mai, ma si attorciglia come un serpente attorno allo spettatore che in alcuni momenti sente la pressione fortissima a cui è sottoposto Pietro sulla propria pelle. “Confidenza” si trasforma in un segreto che nessuno può cercare di nascondere. “Confidenza” diventa lo specchio in cui ognuno di noi si riflette senza nessuna maschera, mostrando il nostro volto così come è. L’immedesimazione con Pietro è quasi automatica e il senso di angoscia aumenta in modo quasi incontrollabile. Ecco la bravura, e la maturità, di Daniele Luchetti e la sua capacità di raccontare una storia che va a sollecitare le nostre paure più nascoste e i nostri segreti più profondi.

Elio Germano e Federica Rossellini riescono a plasmare perfettamente la complessità dei due protagonisti. Vittoria Puccini e Isabella Ferrari completano un cast capace ed equilibrato.

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RIVISTO

SOTTO FALSO NOME, di Roberto Andò (Francia- Svizzera- Italia 2004, 102 min.).

Roberto Andò, grazie ad un gigantesco Daniel Auteuil, mette in scena un inquietante segreto che ci catapulta in un vortice di sospetti, inganni e bugie che scandiscono una narrazione angosciante e asfissiante che avrebbe fatto gioire il maestro del “thriller” Alfred Hitchcock. Da rivedere.

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