VISTO&RIVSTO Quando la guerra ripropone il senso della vita

visto rivisto soldiers

dI Andrea Minchella

VISTO

SOLDIERS, di Nicolai Fuglsig, (12 Strong, USA 2018, 130 min).

Questa è una storia vera che pochi conoscono. Subito dopo l’abbattimento delle torri gemelle nel Settembre 2001, gli Stati Uniti, prima che il mondo capisse che cosa fosse realmente accaduto a New York, inviarono una Task Force speciale, l’ODA 595, in Afghanistan. La squadra, composta appunto da soli 12 soldati, dovrà affiancare le diverse milizie presenti sul campo che da tempo stanno cercando di annientare i Talebani.
Questa missione, sulla carta impossibile, sembra essere l’unica vera risposta concreta alla violenta e inaspettata forza della rete di protezione attorno ad Osama Bin Laden, subito individuato come unico responsabile della tragedia del World Trade Center.
Anche se spesso la sceneggiatura sembra cedere troppo spazio alla didascalica solennità della vicenda, la storia si sviluppa scandita da un buon ritmo d’azione, che riesce a conferire alle scene una chiarezza e un ben costruito realismo necessari per questo tipo di pellicola. Guardando in profondità un racconto spesso semplificato dalla palese riconoscibilità dei “buoni” e dei “cattivi”, si riesce bene a capire cosa significa avere a che fare, durante una guerra, con le milizie, che spesso combattono tra loro, o con le tribù, i cui veri interessi spesso ci sfuggono. Qui la battaglia si porta avanti con ogni mezzo adatto all’impervio territorio, compreso il mezzo di trasporto e da combattimento più sicuro: il cavallo. Emerge chiaramente il diverso approccio che gli occidentali e gli islamici hanno riguardo il concetto della morte: una differenza sostanziale che scandisce regolarmente in modo inaspettato ogni guerra intrapresa con popoli di religione Islamica.
Interessante la riflessione che Mitch Nelson, caposquadra statunitense, e il Generale Dostum, capo di una delle milizie afghane anti-Talebani, fanno sulla differenza che c’è tra un soldato ed un guerriero. Insomma, una guerra si combatte, prima di tutto, cercando di conoscere in profondità se stessi e i propri compagni. Tratto dal libro HORSE SOLDIERS del giornalista Doug Stanton, vede tra i produttori Jerry Bruckheimer, padre, tra l’altro, di TOP GUN, PEARL HARBOR, PIRATI DEI CARAIBI e BLACK HAWK DOWN

RIVISTO

ZERO DARK THIRTY, di Kathryn Bigelow, (Zero Dark Thirty, USA 2012, 157 min).

Meno adrenalinico di 12 Soldiers, ma certamente più introspettivo e inquietante questo capolavoro di Kathryn Bigelow. Qui al posto della plateale battaglia all’ultimo sangue, si configura chiaramente la più scrupolosa e intelligente indagine mai portata avanti dalla CIA. Proprio la caparbietà e l’alta preparazione di un’agente donna, egregiamente interpretata da una matura Jessica Chastain, porterà l’America di Obama alla cattura di Osama Bin Laden. Gli interrogatori, le supposizioni, l’appostamento fuori il presunto quartier  generale di Bin Laden, e la finale incursione dei Seals, che lo catturano e lo uccidono, riempiono tutti i 150 minuti di questo straordinario racconto.
La Bigelow, fortemente attratta dalle guerre moderne degli Stati Uniti, confeziona uno dei miglior film del genere degli ultimi decenni.

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