Volandia si lascia alle spalle il Covid. «I visitatori sono quelli di prima»

volandia yakovlev yak-40

MALPENSA – Sono i numeri a certificare che, anche per Volandia, il periodo più brutto è passato. «Ad agosto e nei primi giorni di settembre abbiamo avuto gli stessi visitatori dello scorso anno», ha detto Marco Reguzzoni, presidente del Parco e museo del volo, questa sera 10 settembre durante l’inaugurazione dello Yakovlev Yak-40 posizionato nell’area esterna del museo.

Le novità

La cerimonia di stasera insieme ai volontari e amici di Volandia, la prima dopo tanto tempo, aveva il sapore della ripartenza. E se «i visitatori sono quelli di prima» anche Reguzzoni è tornato quello di sempre, ovvero quello che raggiunto un obiettivo annuncia già i prossimi dieci, per rendere il museo ogni volta diverso per chi varca il suo ingresso. Tra le novità dei prossimi mesi il missile Vega (verrà inaugurato sabato), il Pd808, l’M-346, la sistemazione della collina da cui si osserva tutto il piazzale di Malpensa e l’apertura del nuovo ristorante che sarà accessibile anche dall’esterno.

Lo Yakovlev Yak-40

Lo Yakovlev Yak-40 conservato a Volandia – confiscato dall’Agenzia delle dogane e poi rimasto abbandonato accanto alle piste di Linate per oltre vent’anni – è stato costruito nel 1973 ed ha volato complessivamente per quasi 7000 ore. E’ stato esposto una prima volta sul palcoscenico allestito in occasione del Linate Air Show del 12 e 13 ottobre 2019 ed è giunto a Volandia il 23 novembre dello stesso anno. Ha infine trovato collocazione nell’area esterna del museo dedicata ai grandi aerei dell’aviazione civile. Lo Yak-40 è stato prodotto in Unione Sovietica dal 1966 al 1981, ed è entrato per la prima volta in servizio nel 1968 con la compagnia russa Aeroflot. Pur essendo un aeroplano a reazione, ha la possibilità di operare su campi semipreparati con una breve distanza di decollo e atterraggio. Nella sua storia, è stato utilizzato sia come aereo di linea regionale sia come utility dall’Aeronautica Militare dell’Unione Sovietica e dalle forze aeree di alcuni paesi filosovietici. Questo piccolo trimotore a getto è anche noto in Italia per essere stato uno degli aerei pilotati da Fiorenza de Bernardi, prima donna italiana a svolgere la professione di pilota di linea.

E’ di Busto una delle eccellenze italiane che hanno portato in orbita il razzo “Vega”

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