A Busto c’è una maggioranza per Accam? La Lega dice no: «Ma senza ostruzionismi»

BUSTO ARSIZIO – «Il salvataggio di Accam? Decidano i consiglieri comunali, la Lega non farà ostruzionismo. Se ci fosse una maggioranza favorevole al mantenimento in vita dell’inceneritore oltre la scadenza del 2027, non ci metteremmo di traverso e non ne faremmo una questione politica». A ribadirlo, alla vigilia del dibattito in commissione affari generali sull’atto d’indirizzo per il salvataggio di Accam, è il segretario cittadino della Lega Francesco Speroni. «Non abbiamo cambiato idea. Siamo disponibili ad esaminare soluzioni che prevedano lo spegnimento inceneritore entro il 2027. Più si va avanti e più la vicenda è tragicomica».

Accam: chi c’è?

L’assemblea dei soci del 2 marzo si avvicina, e nel frattempo proseguono i contatti per trovare una soluzione tra Accam, Amga, Agesp e i comuni di Busto Arsizio e Legnano, in campo da mesi per definire un’operazione “salva-Accam”. Ma a Busto deve ancora iniziare il dibattito sull’atto d’indirizzo per il futuro della società di smaltimento dei rifiuti. E si fanno i conti per capire se potrà esserci una maggioranza in grado di sostenerlo. Con i suoi sei consiglieri comunali, la Lega è il gruppo più numeroso in aula, e ha già più volte messo in chiaro che non intende derogare alla scadenza di prevista chiusura dell’inceneritore, il 2027.

«Ma quale risorsa?»

Lo ha ribadito anche lunedì sera, in un vertice di maggioranza in cui invece il sindaco Emanuele Antonelli ha ripetuto ancora una volta la sua proposta di togliere ogni scadenza temporale al mantenimento in vita dell’inceneritore. «Si dice che sia una risorsa, ma lo è come lo sono i migranti – ironizza il leghista Speroni – se fosse davvero una risorsa non staremmo continuamente a fare riunioni come stiamo facendo, in realtà è una rottura di scatole. Ogni volta emerge un problema nuovo: ad un certo punto ci vuole una soluzione drastica, a cominciare dallo spegnimento dell’inceneritore. Prima lo si chiude meglio è».

Spegnimento nel 2027

E allora il 2027 rimane un paletto inderogabile per la Lega: «Sono così bravi a fare continuamente dei piani, ne inventino uno che prevede lo spegnimento dell’inceneritore nel 2027, come previsto qualche anno fa. I forni dovevano essere dismessi già nel 2017, se non sono bastati dieci anni, a naso non è la durata il problema. Prolungando non si risolve automaticamente tutto, anzi si peggiora. E forse non per l’incapacità di chi progetta i piani, ma è il sistema che non funziona». Insomma, la Lega dice basta al «ricatto continuo del fallimento» e chiede che la svolta di Accam non passi dal mantenimento in attività dell’attuale impianto. «È vero che si aprono problemi occupazionali, ma non da oggi. – rimarca l’ex ministro leghista – è un’altra questione che andava affrontata in anticipo».

In scia a Legnano?

Ora, se il piano dovesse rimanere quello di cui si sta discutendo, che prevederebbe altri 10 anni di vita per l’inceneritore (fino al 2032) per ammortizzare gli investimenti, il voto della Lega verrebbe a mancare. «Senza fare ostruzionismo» assicura Speroni. Ma i voti per approvare l’atto d’indirizzo vanno trovati in minoranza. Dove, Movimento 5 Stelle a parte, si potrebbero registrare convergenze sul “modello Legnano”, dove governa il Pd e dove è passato l’emendamento Brumana contro la riaccensione dell’inceneritore. Infatti Maurizio Maggioni, candidato sindaco Dem, ha già chiarito che «occorre superare il termovalorizzatore».

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