A Busto il commercio tiene: più aperture di negozi che chiusure dopo il lockdown

BUSTO ARSIZIO – Dopo il lockdown il commercio a Busto tiene: più nuove aperture di attività che chiusure. «Un atto di coraggio» per la vicesindaco e assessore al commercio Manuela Maffioli. «Segno di un “sistema città” che è fatto di interazioni ma anche di anima». E sabato 5 settembre si “aprono” le vetrine all’esterno anche per i negozi non alimentari, con la nuova edizione dello “Sbaracco”, per la prima volta allargata anche ai quartieri periferici della città.

La tenuta del settore

L’iniziativa del Comitato commercianti centro cittadino, con i negozi che dalle 9 alle 20 potranno esporre la loro merce in promozione sugli “stendini” o sulle bancarelle fuori dalle loro attività, sancisce il ritorno degli eventi a supporto del commercio nell’era post-Covid. Un’occasione di rilancio che arriva in un momento in cui il settore «grazie alla professionalità dei commercianti e alle azioni dell’amministrazione e delle associazioni», come sottolinea l’assessore Maffioli, mostra segnali di tenuta. «Una sensazione confermata dai dati del SUAP», lo sportello comunale delle attività produttive: dopo il lockdown, ci sono state 20 aperture di negozi nuovi, di cui 9 hanno chiesto di fare anche e-commerce, e 11 tradizionali (2 non alimentari e 9 alimentari), a fronte di 11 chiusure (6 alimentari e 5 non alimentari), mentre nell’artigianato di servizio si sono registrate zero cessazioni e 4 nuove aperture.

Coraggio e rilancio

«Un bilancio parziale e da prendere con le pinze, considerati i timori delle categorie economiche rispetto alla ripresa autunnale – sintetizza Manuela Maffioli – ma ad un primo “pit stop” un esito confortante. Le nuove aperture sono un atto di coraggio e un investimento, e voglio pensare che abbia pagato l’attenzione al commercio messa in campo dall’amministrazione con promozioni e misure fiscali. Ad esempio, consentendo ai pubblici esercizi di attrarre clienti con i dehors, si attira gente che poi guarda le vetrine e acquista nei negozi di vicinato». Il presidente di Confcommercio-Ascom Rudy Collini aggiunge un’altra chiave di lettura: «Aspettiamo i conti a fine anno, ma la riapertura non è stata drammatica in una realtà come Busto, dove il commercio vive del tessuto cittadino, e non dei turisti o dei pendolari come ad esempio Milano. Il lockdown in particolare ha rilanciato i negozi di vicinato, sia in termini di visibilità e utilizzo da parte dei cittadini, sia come evoluzione dei negozi in termini di strumenti tecnologici e comunicazione».

Lo Sbaracco: «Un’occasione»

In questo quadro di fiducia, si inserisce l’iniziativa di sabato 5 settembre. «Uno “Sbaracco” in una nuova veste – annuncia la vicesindaco Manuela Maffioli – diventa una vera e propria festa, istituita in calendario il primo sabato di settembre per essere un riferimento a sostegno del commercio. Per la prima volta esce dal centro storico e va in tutti i quartieri». Una sorta di “modello dehors”, l’allargamento degli spazi dei negozi all’esterno, che si amplia anche alle «attività non di pubblico esercizio», come sottolinea il presidente Collini, sperando di bissare il successo dei tavolini. «È un’occasione per i nostri negozi, che hanno limitazioni all’accesso per il Covid, io stessa sabato scorso avevo la coda fuori dalla vetrina» ammette Laura Tosi, del comitato commercianti centro. «Soprattutto per i negozi di abbigliamento e calzature sarebbe un errore non sfruttare un’occasione del genere» sottolinea Paolo Crespi, dell’associazione commercianti e artigiani di Sacconago, che ha già incassato l’adesione di cinque attività alla giornata di sabato 5 settembre. Ci saranno anche le novità del Kids market, il mercatino dei bambini (già una quindicina di iscritti) al mattino sotto i portici di via Cavallotti e al pomeriggio sotto i portici di piazza San Giovanni (zona farmacia) e dei laboratori per i bambini a cura de “Il villaggio in città”.

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