Legionella a Busto: tutti ne parlano, non la commissione sanità. Tema rinviato

BUSTO ARSIZIO – La legionella è l’argomento del giorno in città, fonte di preoccupazioni per i cittadini e le famiglie. Ma in commissione sanità, già convocata prima che emergesse il caso, no: le interrogazioni urgenti presentate dal PD e da Busto al Centro, per chiedere chiarezza sulla vicenda e su come è stato comunicato l’allarme ai cittadini, possono aspettare. Dalla maggioranza arriva la promessa di una convocazione in tempi brevi della commissione servizi sociali per trattare di legionella.

Tempi tecnici, ma non solo?

Questione di tempi tecnici, la spiegazione ufficiale che richiama il regolamento consiliare. La commissione era già stata convocata, e sembrava capitasse al momento giusto, ma le interrogazioni dei due gruppi di opposizione sono state depositate dopo che l’ordine del giorno era già stato firmato dal presidente Paolo Genoni (Idee in comune). Quasi un cavillo, infatti un tentativo di inserire i documenti in discussione, vista la delicatezza e l’importanza dell’argomento, era stato fatto. Ma pare che il sindaco Emanuele Antonelli abbia respinto la richiesta di intervenire in commissione. Così di legionella non si è parlato, ma solo di sanità post-Covid e del nuovo ospedale. «Le interrogazioni sulla legionella – fa sapere a margine della seduta il presidente del consiglio comunale Valerio Mariani – sono state rinviate con rassicurazioni di convocazione della commissione a breve da parte della presidente Donatella Fraschini».

Ancora ignota l’origine

Caso chiuso? L’opposizione non sembra intenzionata a polemizzare, almeno per ora. E aspetta al varco il sindaco Antonelli, già protagonista di un’accesa polemica a mezzo stampa con il consigliere regionale del PD Samuele Astuti, in particolare per spiegare i ritardi di comunicazione. Nel frattempo sulla vicenda si sono accesi anche i riflettori della Procura di Busto Arsizio, che ha aperto un fascicolo per epidemia colposa, mentre si attendono gli esiti delle indagini in corso da parte di ATS Insubria e di Alfa, il gestore idrico, anche se per il momento non si sta rintracciando da dove sia arrivato il batterio che ha portato in ospedale 16 persone, di cui una deceduta.

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