A Busto un’opposizione da “Chi l’ha visto?”. E il sindaco se la ride

BUSTO ARSIZIO – Opposizione cercasi, la maggioranza di tanto in tanto prova a fare da sé litigando al proprio interno, ma quando poi tra gli alleati vince la diplomazia, in sala esagonale non c’è spazio per la vecchia, sana contrapposizione politica. Troppo moderati e alla ricerca della condivisione bipartisan, oppure semplicemente troppo timidi i consiglieri sui banchi della minoranza?

E il sindaco se la ride

Di «opposizione senza verve» aveva parlato recentemente Davide Boniotti, co-coordinatore di Italia Viva, dopo che in consiglio nessuno aveva affondato la polemica sul caso dei 157mila euro di fondi statali a copertura delle spese per i centri estivi che il Comune ha restituito a Roma dopo aver ricevuto poche domande di rimborso dalle famiglie (in gran parte ignare di questa opportunità). E, evidentemente compiacendosene, lo ha ribadito anche il sindaco Emanuele Antonelli, dopo l’unanimità su tutti i punti in votazione nella seduta di ieri, 29 giugno: «Si vede che non ci sono più i grillini…». Campo libero, dunque, o quasi. Con l’impressione che, se al centro prevale una moderazione voluta, a sinistra manchi la volontà di alzare i toni della polemica politica.

Occasioni perse

Strategia? In effetti fino ad oggi la consigliatura iniziata il 9 novembre con l’elezione a presidente di Laura Rogora non ha offerto molti momenti di particolare fibrillazione tra maggioranza e opposizione, al di là delle polemiche della seduta iniziale sulla “clava” dei numeri usata dal centrodestra per occupare i posti di vertice dell’assemblea o della contrapposizione sull’aumento delle indennità di carica della giunta, in febbraio, e sull’istituzione della commissione sanità sul tema del nuovo ospedale, dove la maggioranza ha ignorato gli appelli delle opposizioni tirando dritto.

Niente ring

Se sia una strategia non si sa, ed è vero che le prossime elezioni sono lontane, ma finora un po’ di “sangue”, politicamente parlando, è chiaramente mancato. Persino i “tre minuti” degli interventi liberi, che in altre realtà sono l’occasione per i consiglieri di opposizione per tirare qualche “staffilata” all’indirizzo della giunta, sono stati spesso ignorati, nonostante non manchino certo in città argomenti che accendono le discussioni sui social, e anche le polemiche nei confronti dell’amministrazione. Dallo stato dei marciapiedi alle condizioni della piscina Manara, fino al dibattito sui lampioni di Richino Castiglioni o alle diverse controversie aperte sul centro storico, a partire dalle condizioni di piazza Vittorio Emanuele. Non tanto per la polemica fine a se stessa, quanto per inchiodare chi governa alle proprie responsabilità, se e quando ce ne sono.

Scintille? Finora poche

Senza arrivare a toccare i temi più ostici, come il caso derivati, la storia infinita del palaghiaccio/palaginnastica, i progetti per le incompiute, l’area delle Nord, il sottopasso di Sant’Anna. Dove pure di spunti per pungolare ce ne sarebbero. L’ultima volta che si è fatto cenno dei dossier più scottanti in sala esagonale risale al dibattito sul bilancio di inizio febbraio, sotto forma di domande a raffica da parte del capogruppo di Busto al Centro Gianluca Castiglioni. Emblematico poi ricordare la seduta consiliare del 22 febbraio, che slittò per assenza di argomenti e proposte all’ordine del giorno: lontani i tempi in cui le storiche “spine nel fianco” (come Audio Porfidio, Antonio Corrado, Diego Cornacchia) sfornavano interrogazioni e mozioni a raffica che rimpinguavano gli OdG, pure troppo in qualche caso, ma offrendo sempre qualche occasione di discussione su temi concreti e di interesse per la cittadinanza.

L’auto-opposizione in maggioranza

Più “gustose”, anche se in fondo politicamente di scarsa sostanza, sono state finora le tensioni emerse in maggioranza, dal voto in dissenso del sindaco Antonelli rispetto al suo gruppo consiliare sul “fondo Tari” per compensare gli aumenti allo scontro tra Paola Reguzzoni e Matteo Sabba sul caso dei profughi ucraini da ospitare negli immobili Aler, risalenti allo scorso 27 aprile, fino alle polemiche attorno alla mozione Pro Patria dello stesso Sabba. Ma quando un’interrogazione spinosa come quella di Fratelli d’Italia sulla raccolta rifiuti Agesp, nei giorni “caldi” delle nomine, viene ritirata, dai banchi della minoranza nessuno lo fa notare. E così anche un potenziale caso politico si affloscia.

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