A Marnate Eni batte cassa in Comune per oltre 400 mila euro di vecchie bollette

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MARNATE – Grana. Nel senso di problema non di poco conto da risolvere. Ma anche di soldi. Non certo pochi: quelli che Eni è tornato a chiedere al Comune di Marnate per una serie (almeno così pare) di bollette non pagate. Anzi, una bella grana e anche questione di grana: 417 mila euro, tra quanto dovuto per i consumi negli edifici pubblici e le more di mancato pagamento. Poiché la questione è vecchia e va avanti da tempo. Anche se ora sembra essere arrivata alla svolta.

Situazione da ricostruire

Il sindaco Elisabetta Galli aveva già fatto accenno alla spinosa questione ad inizio agosto, quando dichiarò che al momento la priorità dell’amministrazione non era la nuova palestra, ma la questione delle bollette pazze. Situazione complessa, ma eredità da Qui per esserci. Tanto che arrivò anche la risposta di Roberto Pozzoli, capogruppo di Per Marnate. Da allora però, secondo i ben informati, qualcosa è successo: ovvero la società che afferma di vantare crediti con il Comune pare si sia fatta viva. E abbia presentato il conto, confermato la “sberla” e battuto cassa.

Ma siccome non si tratta evidentemente di bruscolini, bensì di qualche centinaia di migliaia di euro il primo cittadino ha imposto “l’alt fermi tutti” e dato mandato di eseguire un più approfondito controllo per cercare di ricostruire il quadro. E capire se davvero Eni può vantare tutti quei soldi. Sta di fatto che la questione potrebbe anche arrivare in aula al prossimo consiglio. «Prima però – dice il sindaco – voglio avere il quadro completo».

La questione delle bollette pazze si apre qualche anno fa, quando alla guida del paese c’era l’amministrazione Scazzosi. Che da un lato ha di volta in volta contestato le richieste di pagamento di Eni, sostenendo, come ha anche spiegato Pozzoli a inizio agosto, di aver sempre pagato il dovuto e dall’altro, per via cautelativa, ha accantonato una parte di quella che oggi è una cifra di non poco conto.

La controversia con Agesp

L’amministrazione poi proprio in queste settimane ha indetto una manifestazione di pubblico interesse per cercare un legale su un altro nodo che è venuto al pettine: un contenzioso con Agesp, in cui la partecipata del Comune di Busto rivendica 50 mila euro. «E’ stato il primo atto che ho ricevuto appena sono diventata sindaco – dice Galli – in questo caso c’è già la citazione in giudizio. Mentre su Eni la partita è ancora aperta».

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