Accam, giorni decisivi: Busto rilancia al 2027 e vuole la maggioranza della società

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BUSTO ARSIZIO – Accam, è stato convocato per giovedì 27 febbraio il consiglio comunale straordinario sul futuro dell’inceneritore di Borsano. Busto proporrà ai soci di anticipare le somme dovute alla società di smaltimento dei rifiuti nei mesi di marzo e aprile 2020, come soluzione “tampone” per i problemi di liquidità, e mette sul piatto il prolungamento dell’affitto del terreno di Borsano fino al 2027 (anziché al 2025), ma con un canone d’affitto più alto (500mila euro dal 2022). Ma in prospettiva c’è anche la revisione della compagine societaria, con l’obiettivo di «riconoscere al Comune di Busto il ruolo di attore principale».

La settimana decisiva

Per il futuro di Accam è la settimana decisiva. In tre giorni potrebbe decidersi il destino dell’impianto di Borsano. Il consiglio comunale di Busto Arsizio discuterà tra mercoledì 26 (ore 18.30, convocata la commissione bilancio-affari generali) e giovedì 27 (ore 20.00, convocata la seduta straordinaria del consiglio comunale) la linea da portare nell’assemblea soci Accam di venerdì 28 febbraio.

La mozione presentata a nome del sindaco Emanuele Antonelli, sulle “linee di indirizzo in merito alla continuità aziendale e alla revisione della governance societaria” di Accam, condivisa con la maggioranza nei giorni scorsi, farà da base al dibattito, insieme a quella relativa alla «chiusura di Accam», presentata dal gruppo del Movimento Cinque Stelle. Continuità o stop, vita o morte. Non ci sono altre strade per un impianto e una società che da troppi anni vivono di rinvii. L’incendio del 14 gennaio ha messo tutti con le spalle al muro.

La mozione Antonelli

Come concordato in maggioranza e nella riunione tra sindaci dei giorni scorsi a Castellanza, la mozione Antonelli prevede cinque impegni per sventare il fallimento di Accam:

  1. la «disponibilità del Comune di Busto Arsizio alla liquidazione di un acconto delle fatture relative al servizio svolto dalla società nei mesi di marzo 2020 e aprile 2020 auspicando l’assunzione di analogo impegno da parte degli altri soci di Accam ad effettuare la medesima operazione ciascuno per la propria parte»: ovvero, anticipare le somme dovute ad Accam per assicurare la necessaria iniezione di liquidità alla società guidata da Angelo Bellora per ripartire con la piena operatività;
  2. il rinnovo del contratto d’affitto del terreno su cui sorge l’inceneritore fino al 31 dicembre 2027 anziché il 31 dicembre 2025;
  3. «fermo restando lo spegnimento del termovalorizzatore non oltre la data del 31 dicembre 2027», si punta ad una modifica del contratto per «introdurre la previsione di ulteriori interventi di mitigazione ambientale», a compensazione dell’impatto delle attività svolte, con un congruo incremento dell’importo a titolo di locazione, da 350mila euro fino ad un massimo di 500mila euro (dal 2022 fino a scadenza);
  4. la «revisione della compagine societaria finalizzata a riconoscere al Comune di Busto Arsizio, secondo le forme, le modalità e i tempi previsti dal quadro normativo vigente, il ruolo di attore principale, mediante l’acquisizione di quote azionarie sino al conseguimento della quota maggioritaria»: in soldoni, come suggerito dalla consigliera leghista Paola Reguzzoni, Busto si caricherebbe delle quote di chi vuole lasciare per diventare azionista di maggioranza e decidere senza troppi lacciuoli il futuro di Accam;
  5. richiedere ad Accam «piani industriali in ordine ai futuri scenari operativi societari, i quali prendano in considerazione anche soluzioni di riconversione aziendale finalizzate al reindirizzo del sito Accam nei termini del trattamento dei rifiuti con impianti prevalentemente a freddo»: ovvero la riconversione a fine vita dell’inceneritore, come chiesto anche dal fronte “no Accam”.
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