Chiudere Accam, senza se e senza ma

L’incendio accidentale occorso ieri alle turbine dell’impianto di ACCAM ci consente di tornare sugli argomenti che, come Comitato, ci stanno veramente a cuore: aria pulita, gestione rifiuti del Varesotto e anche sulla necessità di chiudere un impianto obsoleto sia per tecnologia che per metodo di smaltimento. Oggi ad affermarlo non sono solo i comitati, le associazioni ambientaliste del territorio e i cittadini e le forze politiche che si schierano contro l’inquinamento dell’aria, ma ad ammetterlo questa volta è persino il suo Presidente che, a proposito del presunto accidentale incendio, afferma : «Abbiamo un margine di capienza che ci consente di continuare la raccolta anche a impianto spento – spiega Bellora – Qualora lo spegnimento dovesse protrarsi per più di un giorno abbiamo in ogni caso già attivato la rete necessaria a ridistribuire i rifiuti che, quindi, continueranno a essere raccolti senza disagi per i cittadini e per i Comuni».

Dunque l’ipotesi di chiusura/riconversione (anche definitiva) non causerebbe più danni ambientali di quanti di fatto ne causa quando l’impianto “vomita” giornalmente le sue velenose emissioni. E se a questo aggiungiamo il progresso tecnologico che oggi consentirebbe di ridurle di 1.000 volte rispetto agli attuali impianti (https://vimeo.com/315533328), l’orientamento non può essere che uno solo, senza se e senza ma: chiudere ACCAM! La politica pensi a reperire le dovute compensazioni ambientali per averlo fatto funzionare così a lungo a discapito della popolazione e della salubrità dell’aria, e lo si chiuda, adesso, subito. Si approfitti di questo incidente per spegnere definitivamente il vecchio “mostro”, di cui i cittadini non sentiranno certamente la mancanza ed anzi ne beneficeranno in salute e sicurezza anche le nuove e future generazioni.

Il Comitato Ripuliteci l’Aria

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