Accam, Lega: «Ha vinto Busto, Legnano non pervenuta. Che batosta per Radice»

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LEGNANO – «Alla fine hanno vinto Parabiago e Busto. Ha vinto il buonsenso e la lungimiranza di sindaci coraggiosi che hanno deciso di promuovere l’interesse sovracomunale. Tutte qualità che sono mancate a Legnano, vergognosamente rappresentata da un sindaco incapace di prendere una posizione». È il duro giudizio della Lega Legnano Salvini Premier sull’operato di Lorenzo Radice nella partita sull’inceneritore di Borsano e soprattutto sul suo esito.

«Alla fine, dopo innumerevoli giravolte – si legge in una nota diffusa via social – viene invitato ad allinearsi e lui, chinato il capo, incassa la sconfitta. Conoscendo l’area di appartenenza politica, avrà comunque la faccia tosta per tentare di incantare gli stolti, andando a raccontare la barzelletta delle “tre T”. Ma la verità è sotto gli occhi di tutti: dopo soli sei mesi il re è già nudo».

«Sindaco confuso, serve guida autorevole»

Per la Lega, se Radice avesse fatto qualcosa di diverso «in modo convinto e determinato, non avremmo condiviso la scelta ma avremmo potuto rendergli onore, apprezzandone la determinazione volta a sostenere quanto promesso in campagna elettorale. Invece, nell’estenuante trattativa, il sindaco di Legnano è riuscito unicamente a deteriorare i rapporti tra i comuni soci delle aziende coinvolte nell’operazione Accam, senza mai dare l’impressione di avere le idee chiare. In un momento critico come l’attuale Legnano non può permettersi un primo cittadino buono solo per tagliare nastri, omaggiare personalità scomparse ed esprimere solidarietà nei confronti di chiunque manifesti un disagio. Serve una guida decisa e autorevole, ruolo che difficilmente si addice al bravo ragazzo fortemente voluto dalle parrocchie».

«Qui purtroppo manca tutto, ci siamo fatti dare una lezione da chi nella partita aveva meno potere stante un peso azionario decisamente inferiore al nostro. Hanno vinto quelli che hanno avuto il coraggio di pensare in grande, di intuire l’opportunità per creare valore per un’area vasta. Il successo è di coloro che sono rimasti coerenti con l’idea iniziale, che hanno agito e rilasciato dichiarazioni sempre congruenti, volte a cogliere l’occasione per mantenere sul territorio un’attività industriale di rilevanza strategica. Continuiamo a ritenere – conclude la Lega – che la città di Legnano meriti di recitare un ruolo da protagonista, ma le capacità e le competenze finora messe in campo ci fanno temere che saremo costretti a recitare il ruolo della comparsa ancora per un lungo periodo».

Legnano Futura: «Promesse in fumo»

Critiche all’Amministrazione cittadina, ma per motivi diversi, arrivano anche da un’altra lista di opposizione, Legnano Futura. «Era il 23 febbraio 2015 – ricorda la lista in passato rappresentata in Consiglio comunale da Stefano Quaglia – quando il Consiglio approvava all’unanimità un atto di indirizzo, il cui obiettivo era lo spegnimento dell’inceneritore, che sarebbe stato sostituito da un impianto di selezione rifiuti (la cosiddetta “fabbrica dei materiali” a freddo) e dall’impianto di compostaggio. Ci eravamo illusi che si sarebbe finalmente voltata pagina, anche per la nostra salute. Ma una proroga tira l’altra, e Accam con i suoi mille problemi è ancora lì a Borsano a bruciare rifiuti, e non solo quelli prodotti da Legnano e dai comuni dell’Alto Milanese. Legnano – prosegue una nota diffusa sempre oggi, martedì 23 marzo, dalla lista civica – ha votato per il salvataggio di questa società soprattutto a spese di Amga e quindi dei cittadini legnanesi. Ciò comporterà la prosecuzione dell’attività dell’inceneritore di Borsano, inutile, antieconomico e insalubre. Sono stati violati gli intenti manifestati dal Consiglio comunale poche settimane fa. Umiliato il Consiglio comunale, umiliati i cittadini che dovrebbero essere rappresentati dalle istituzioni, stanchi di una politica che manda in “fumo” le promesse. Gratificati invece coloro che hanno dissipato i capitali pubblici di Accam, con il pericolo che l’inceneritore non si spegnerà mai».

Brumana: «La formula delle “tre T”? Un buco nell’acqua»

Per Franco Brumana (Movimento dei Cittadini) «Radice ha dichiarato di essere finalmente soddisfatto perché è stata accolta la sua “formula delle tre t”: il Terreno che sarà garantito per la durata del piano, il Tempo per predisporre un piano industriale e la Tutela degli investimenti. Dispiace turbare la sua euforia per il risultato conseguito, ma è necessario fare presente, sia pure con tutta la delicatezza del caso, che ha ottenuto un bel niente. Infatti Busto Arsizio ha sempre avuto interesse a mettere a disposizione in locazione il terreno su cui sorge l’inceneritore, perché percepisce un canone esagerato di 365.000 euro all’anno. Il progetto di salvataggio di Accam non ha previsto, come invece avrebbe dovuto fare, piani economici finanziari e industriali per i quali purtroppo verrà preso tutto il tempo desiderato. Infine non risulta alcuna garanzia a tutela degli assurdi finanziamenti a una società in stato di insolvenza. È inoltre opportuno ricordare al sindaco – aggiunge il consigliere civico – che il piano che ha ora ha votato ha i medesimi contenuti di quello proposto alla precedente assemblea di Accam, quando si era astenuto. Non è cambiata nemmeno la previsione di un affitto dell’azienda, che ora il sindaco magnifica, ma anzi è peggiorata perché è stato specificato che la Newco, composta al 60% da Legnano, dovrà corrispondere un canone mensile di 400.000 euro e una cauzione di 980.000 per gestire un’azienda decotta che può produrre solo debiti».
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