Accam, scuole e sviluppo urbano: i piani per Legnano di Lorenzo l’Immaginifico

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LEGNANO – Accam, scuole e il progetto di rigenerazione urbana che parte da queste per aprirle alla città. Sono i tre temi qualificanti dell’Amministrazione comunale di Legnano su cui il sindaco, Lorenzo Radice, ha fatto oggi, venerdì 11 giugno, il punto 8 mesi dopo aver vinto le elezioni con lo slogan “Il coraggio di immaginare”. Con lui, nella Sala Stemmi del municipio, gli assessori Anna Pavan, Alberto Garbarino (nella foto sotto) e Monica Berna Nasca, oltre al dirigente del Comune Stefano Mortarino.

Riqualificazione degli edifici scolastici

Radice ha esordito parlando dell’accordo raggiunto con Città Metropolitana per non cedere la proprietà di edifici storici come quelli degli istituti superiori Bernocchi e Dell’Acqua (di cui nel 2002 e 2012 si prevedeva che il Comune trasferisse la proprietà all’ex Provincia di Milano) e per riprendere il pieno possesso della palazzina ex Gil in via Milano e della sua palestra (prima condivise con Città Metropolitana e per cui pure era prevista la cessione dal Comune): queste ultime «potranno così essere rigenerate – ha spiegato il sindaco –aumentando la dotazione di strutture sportive della città. Andiamo a chiudere partite aperte da anni tra proprietà e diritti di superficie che ci siamo trovati a gestire».

Accam, scuole e il progetto di rigenerazione urbana che parte da queste per aprirle alla città. Sono i tre temi qualificanti dell’Amministrazione comunale di Legnano su cui il sindaco, Lorenzo Radice, ha fatto oggi, venerdì 11 giugno, il punto 8 mesi dopo aver vinto le elezioni con lo slogan “Il coraggio di immaginare”Le spese di manutenzione degli istituti superiori di via Diaz restano in carico a Città Metropolitana, come l’uso; lo stesso per la sede della ex scuola Medea, per cui il Comune ha chiesto che resti vincolata a destinazione scolastica. Quanto alla Cantù, i lavori sono in dirittura d’arrivo. «Per tutte stiamo andando a chiudere l’iter tecnico, poi si aprirà quello politico con l’approvazione in commissione e in Consiglio comunale».

15 milioni per La scuola si fa città”

Radice e la vice sindaco Pavan hanno quindi illustrato i contenuti del progetto di sviluppo urbano sostenibile  “La scuola si fa città” su cui il Comune investirà 15 milioni di euro da qui al 2027 grazie a un bando di Regione Lombardia. «Un bando atipico – ha detto Pavan – che prevede azioni materiali e immateriali, per non limitare gli interventi a ristrutturazioni: alle seconde sarà destinato circa un decimo dell’importo totale, la quota maggiore rispetto ai progetti approvati negli altri comuni. Ci sono ad esempio orti urbani gestiti da enti del terzo settore, per creare momenti aggregativi e di formazione e coinvolgere anche l’utenza socialmente fragile».

Il progetto prenderà forma dal confronto di un gruppo di assessori, dirigenti e quadri degli uffici comunali con scuole, cittadini, associazioni, parrocchie e contrade e il coinvolgimento della Regione e del Politecnico di Milano. A caratterizzarlo, «il modus operandi con il coinvolgimento di tutte le parti e l’approccio complessivo alle aree interessate», dalle case popolari laddove presenti all’integrazione delle connessioni sul piano della mobilità, così da promuovere «la qualità di tutta l’area. Obiettivo, generare occasioni di relazioni sociali. L’idea di fondo – hanno spiegato Radice e Pavan – è aprire le scuole alla comunità, ad esempio con la condivisione dei giardini, e viceversa mettere a disposizione delle scuole parchi esterni ad esse. Il terzo settore sarà un soggetto importante già in fase di progettazione». Un primo risultato potrebbe essere ripensare l’area tra via Gorizia e l’ex Gil, passando da via Bissolati, per i 3.000 studenti che frequentano le scuole «intorno alle quali oggi non c’è nient’altro pensato per loro».

«Sui rifiuti, primi in Italia con un progetto così»

Quanto ad Accam, su cui sono in corso il percorso di confronto con cittadini e associazioni (con appena una osservazione pervenuta via Pec a 24 ore dal termine fissato per inviarle) e quello istituzionale, Radice ha ribadito il suo punto di vista: «Non abbiamo accettato la proposta iniziale di mero salvataggio della società, che ha dimostrato di avere problemi più gravi di quelli che ci aspettavamo. Oggettivamente, non ci sono le condizioni per andare avanti con quella società e quindi abbiamo insistito per una operazione diversa, con un piano di sviluppo e non di salvataggio.

«Sono convinto che apriremo una pagina nuova nella gestione del nostro territorio e che la nuova società sarà un veicolo di integrazione fra i comuni per tanti servizi. Un territorio allargato e che ha bisogno di investimenti fatti con solidità e competenze assegnate in un rapporto corretto tra politica e capacità di governance, che sarà di tipo aziendale e non con una gestione totalmente in mano alla politica che ha creato tanti problemi. I riscontri dai confronti pubblici fatti fin qui sono discreti. Possiamo chiudere la società, ma non l’impianto.

«La nuova gestione avrà una capacità di gestione industriale pari a quella di privati, ma con un controllo pubblico. Così risolveremo una questione ventennale su cui il nostro territorio si era incagliato e apriremo alla possibilità di convogliare nuovi investimenti molto importanti. Sull’economia circolare, non c’è un generico impegno ma la certezza di farla, con la deadline fissata al 19 aprile 2022 per presentare un piano di sviluppo dopo il piano economico valido per i prossimi 12 anni: grazie a questo, tra 12 anni si potrà anche scegliere di chiudere l’inceneritore. Su questa proposta c’è stata convergenza del territorio e di istituzioni (Regione e Città Metropolitana) di diverse parti politiche. Siamo i primi in Italia e forse in Europa a integrare rifiuti, acqua ed energia».

Scuole fulcro dell’inclusione sociale per lo sviluppo urbano sostenibile di Legnano

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