M24 TV – Ilaha Mezaary: «In Afghanistan crisi devastante. Scarsi aiuti umanitari»

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Ilaha Mezaary, presidente dell'Associazione Culturale Afghana di Varese

VARESE – «Le notizie dall’Afghanistan sono devastanti, non c’è veramente un filo di speranza», ha fatto sapere a Malpensa24 Web Tv Ilaha Mezaary, presidente dell’Associazione Culturale Afghana di Varese che, tra le sue varie attività, a settembre ha organizzato la seconda cena di piatti tradizionali per aiutare chi è rimasto in Afghanistan dopo il ritorno al potere dei talebani nell’agosto 2021. «Tutti, senza esclusione, soffrono di una denutrizione estrema. Tanto che parlare del diritto delle donne all’istruzione e di altri diritti fondamentali sembra quasi insignificante di fronte a queste problematiche prioritarie».

Con l’arrivo dell’inverno sarà ancora peggio

«Gli aiuti umanitari sono molto scarsi, il Paese si trova in una crisi economica devastante e con l’arrivo dell’inverno sarà ancora peggio, soprattutto per le persone che non hanno casa. Questa è la crisi più disumana proprio per l’era in cui ci troviamo: le informazioni volano, le notizie passano da un punto del mondo all’altro in secondi ma c’è poco interesse per ciò che stanno affrontando gli afghani».
Quanto alla condizione delle donne, «continua a essere molto critica: lo era già prima dei talebani per la presenza di culture dominanti molto arretrate, ora nell’apparato sociale si assiste ormai a un’assenza quasi totale della figura feminile. Le violenze domestiche non possono più essere denunciate e, anche se succedesse, non verrebbero perseguite, condannate o anche sanzionate. Temo che avvenga un’adesione progressiva della popolazione a questi disvalori del governo».

Forzare a indossare il velo va contro i valori dell’Islam

«È molto triste vedere delle giovani donne che vengono private delle loro vite semplicemente perché non rispettano delle regole assurde dello Stato», ha poi aggiunto Mezaary riguardo alle manifestazioni di protesta scatenate dalla morte di Mahsa Amini. «Ed è vero che il governo dell’Iran ha nel proprio ordinamento giuridico una serie di disposizioni che dettano il dresscode delle donne; essendo di carattere islamico, si riconnette all’Islam questo obbligo di indossare il velo». Il Corano ne prescrive l’uso per le donne credenti ma «forzare a indossarlo va contro i valori stessi della religione. Nel versetto 256 capitolo 2 si dice “non c’è costrizione nella religione”: non c’è cioè bisogno che ci sia un obbligo di appartenere o convertirsi all’Islam, lo si fa per un’adesione interiore. Si tratterebbe altrimenti di ipocrisia, uno dei peccati maggiori. E penso che l’accettazione di una qualsiasi forma di pensiero non può essere immessa nella mente di altre persone se non per inviti pacifici e argomentativi. Obbligare a indossare il velo con mezzi coercitivi o sanzioni crea in realtà l’effetto contrario – un’ostilità crescente verso l’Islam – di ciò che vuole fare il governo iraniano».

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