Gli afghani di Varese: «Mal gestita l’accoglienza dei nostri rifugiati»

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Ilaha Mezaary e Dario Cecchin

VARESELa cena con piatti tradizionali organizzata lo scorso anno alla Schiranna dall’Associazione Culturale Afghana aveva raccolto cinquemila euro, permettendo a settanta famiglie di mangiare per tre mesi: come ha annunciato oggi, martedì 6 settembre, la presidente Ilaha Mezaary insieme a Dario Cecchin, presidente del Circolo Acli Varese Centro, l’iniziativa benefica sarà riproposta sabato 10 alla festa del Pd. Il ricavato dell’evento, che avrà inizio alle 19.30, sarà devoluto a famiglie con minori in Afghanistan che vivono situazioni di grave difficoltà. Durante la serata sono inoltre previste testimonianze dirette di donne afghane e di Cisda che illustreranno la campagna #StandUpWithAfghanWomen!.

Il bilancio dell’accoglienza a distanza di un anno

A distanza di un anno dal ritorno della dittatura talebana e dall’arrivo dei rifugiati in Italia il bilancio, ha sottolineato Mezaary, «è di un impegno non mantenuto rispetto a quanto era stato promesso. Gli afghani con cui siamo in contatto sono molto pochi, ne sono arrivati circa la metà del previsto e come Associazione Culturale afghana ci siamo trovati di fronte ad alcune situazioni poco piacevoli, in cui le aspettative di chi è venuto in questo Paese si sono scontrate con quello che ha invece trovato».
«Si tratta di un problema che riguarda soprattutto la progettazione a livello nazionale», ha osservato Cecchin. «Inoltre molti di loro, dopo aver collaborato con gli Stati Uniti o il Regno Unito, vogliono proseguire verso quelle destinazioni. Sarebbe stata necessaria una politica di accoglienza più meditata e seguita, una situazione che non si limita all’Afghanistan ma riguarda tutti gli stranieri. In Lombardia erano attesi circa 500-600 rifugiati; a Varese sono arrivati 80 e a loro è stata riservata un’accoglienza uguale ai richiedenti asilo. Ma spesso sono persone che hanno studiato e conoscono due o tre lingue, possono essere risorse umane e lavorative per l’Italia: si fa fatica a togliere le bende dagli occhi».

Il regime talebano e il terremoto di giugno

Sicuramente tutti ricorderanno le immagini di un anno fa quando, dopo l’uscita delle forze internazionali, si è instaurato il nuovo governo talebano che ha sconvolto ancora di più un Paese già ferito, lacerato, dimenticato e ha fatto ricadere ancora nel buio più profondo i diritti delle donne afghane. Oltre a tutto questo in un Paese in ginocchio, colpito da una crisi economica devastante, dall’aumento della povertà, del bisogno di servizi essenziali e della criminalità terroristica dilagante, dove 23 milioni di persone sono a rischio di grave insicurezza alimentare, il 22 giugno di quest’anno un terremoto ha colpito le zone interne facendo 1500 morti e oltre 3000 feriti.
«Da qui la volontà – ha spiegato Cecchin – di ripetere il positivo progetto di solidarietà iniziato lo scorso anno tra l’Associazione Culturale Afghana di Varese, le Acli di zona e il Circolo di Varese, da anni in stretta collaborazione e impegnate in progetti collegati ai flussi migratori di accoglienza e sostegno sociale». A questo progetto solidale quest’anno si sono aggiunti I Colori del Mondo Odv e il Cisda (Cordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane).

Le specialità preparate dall’Associazione Culturale Afghana

«Si vuole ripetere la proposta – così Mezaary – di far incontrare la comunità afghana residente in provincia con la cittadinanza del territorio varesino per conoscersi e sentire direttamente le testimonianze dirette dagli afghani di come stanno sopravvivendo a queste drammatiche vicende. Nello stesso tempo con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare ad azioni di sostegno alla sopravvivenza e prima necessità di bambini e famiglie povere rimaste».
«Tutto questo – ha aggiunto Cecchin – sempre con la preziosa disponibilità del Pd di Varese ad aderire e partecipare al progetto attraverso i suoi dirigenti, militanti e volontari e la messa a disposizione della struttura dell’area feste di Schiranna di via Vigevano».
I piatti tradizionali della cena, a menu fisso, saranno cucinati direttamente dai soci dell’Associazione Culturale Afghana: la quota per partecipare è di 25 euro, con la possibilità anche di piatti vegetariani, mentre per i bambini inferiori a 12 anni sarà di 15 euro. I posti sono limitati e per abbattere lo spreco alimentare sono gradite le prenotazioni via WhatsApp ai numeri 335/7105221 (Dario) e 349/7511630 (Katia). Qui di seguito sono indicati le specialità proposte:

  • Kabuli palaw (riso basmati aromatizzato con verdure)
  • Murgh afghani (kebab di pollo)
  • Qurma (stufato di manzo al curry)
  • Borani bandjan (melanzane in salsa yogurt e pomodoro)
  • Mantwo (ravioli di verdure)
  • Firni (dolce tradizionale al latte)
  • Chapati (pane tipico)
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