Crollo di Albizzate: Colombo patteggia a un anno e 10 mesi. Processo per Gallazzi

ALBIZZATE – Crollo di Albizzate: si è chiusa oggi, giovedì 17 marzo, una parte della vicenda nata dalla tragedia che il 24 giugno 2020, con il crollo di quasi 70 metri di cornicione in via Marconi ad Albizzate, uccise Fouzia Taoufiq, 38 anni, e di due dei suoi tre figli, Soulaymane, 5 anni, e Yaoucut di soli 12 mesi, ferendo in modo serio anche una donna di 42 anni.

Indagine granitica

Il pubblico ministero Nadia Calcaterra ha coordinato una rapida quanto efficace inchiesta (ricevendo il grazie del sindaco Mirko Zorzo) che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati, con l’accusa di disastro colposo e omicidio colposo, di Cesare Gallazzi, 95 enne ingegnere di Busto Arsizio, progettista dell’intervento di riqualificazione dell’ex cotonificio teatro del terrificante cedimento, difeso dall’avvocato Cesare Cicorella, e Antonino Giovanni Colombo, amministratore unico della ‘Airale‘, società proprietaria dell’immobile, difeso dall’avvocato Luca Abbiati.

Il patteggiamento

Proprio Colombo oggi si è visto ratificare dal Gup di Busto Piera Bossi il patteggiamento a un anno e 10 mesi; accordo raggiunto con la procura dopo che l’imprenditore ha risarcito tutte le parti lese tanto che I famigliari di Fouzia hanno voluto sottolineare l’ineccepibile comportamento di Colombo e la sua correttezza con una lettera poi messa agli atti.

Il processo

Per l’imprenditore si chiude oggi una vicenda dolorosa che lo ha provato molto e che lo ha visto risarcire anche il Comune di Albizzate con un nuovo gioco (un castello con scivoli e salite di ogni genere) posizionato nel parco della scuola materna frequentata da una delle due piccole vittime.

Per Gallazzi il Giudice per l’udienza preliminare ha invece disposto il rinvio a giudizio. L’anziano ingegnere affronterà il processo.

Gallazzi estraneo ai fatti

“L’ingegner Cesare Gallazzi è assolutamente estraneo al crollo che ha provocato la morte di persone innocenti. Non ha avuto alcuna ingerenza nella progettazione e realizzazione degli interventi tecnici concernenti le opere in cemento armato. Il progettista e direttore dei lavori era altro professionista. L’ingegner Cesare Gallazzi è subentrato a tale professionista solo a giugno 1993 quando le opere in cemento armato erano già state realizzate. Solo da questo momento in poi ha svolto la funzione di direttore dei lavori. Dalla documentazione agli atti si deriva che la dichiarazione che gli viene attribuita nel 91 allorquando non aveva alcun ruolo tecnico, non è relativa all’assenza di opere in cemento armato. Analogamente è a dirsi di successivi interventi dichiarativi assolutamente corretti. L’ingegner Cesare Gallazzi ha agito con diligenza e competenza. La sua estraneità al disastro sarà certamente dimostrata nel processo al quale con serenità si sottopone”, questa la dichiarazione dell’avvocato Cicorella.

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