Alp Transit avanza con 100 treni al giorno, ma Gallarate non è pronta

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GALLARATE – Chi abita a ridosso della ferrovia sostiene che il numero dei treni merci sia già aumentato. Ma è soltanto l’inizio di una progressione dei passaggi quotidiani che, in funzione di Alp Transit, sarà a regime con un centinaio di convogli al giorno. Uno sproposito per binari che tagliano in due la città, provocando inevitabili disagi. Basti pensare al rumore e, in seconda istanza, ai problemi di sicurezza: quei treni non trasportano in esclusiva caramelle e cioccolato. Anzi. Per non parlare delle questioni viabilistiche: Gallarate deve risolvere l’intoppo di un unico passaggio a livello, al Bettolino, appena sotto Crenna. Lungo la linea che tocca Sesto Calende, Laveno, Luino e fino al valico di Zenna, i passaggi a livello da eliminare sono però 36.

La Provincia in campo

alp transit gallarateUn impegno finanziario e cantieristico tutt’altro che secondario. La Provincia ha affidato al suo vice presidente Marco Magrini (nella foto a lato) il compito di coordinare i rapporti tra i Comuni interessati, la Regione, Rfi e il ministero delle Infrastrutture. La fase iniziale della complessa operazione sta per concludersi con i primi quindici interventi sui passaggi a livello. «Si comincia da Laveno e Ispra» spiega Magrini entrando nel merito di riunioni, conferenze dei servizi, incontri ai diversi livelli. L’ultimo dei quali nei giorni scorsi, a Palazzo Lombardia. Presenti l’assessore regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture, Claudia Maria Terzi e la vice presidente del Consiglio del Pirellone, Francesca Brianza. Si progetta sulla base di un finanziamento per ora di 30 milioni di euro, soldi stanziati dalla Regione e da Rfi. Ma sono soltanto una piccola parte di quanto servirà per completare i lavori ai passaggi a livello e di mitigazione ambientale. Che comprendono anche le barriere fonoassorbenti, installazioni irrinunciabile per molti centri attraversati da Alp Transit; ancora di più indispensabili a Gallarate.

Palazzo Borghi fa da solo

Alcuni mesi fa, Palazzo Borghi si chiamò fuori da un appello collettivo delle diverse amministrazioni civiche agli enti preposti a gestire gli interventi. “Facciamo da soli” fu il messaggio. Un fare da soli che, a quanto risulta, non avrebbe ancora prodotto risultati. «Si dialoga con Rfi» spiegano in Comune. Bene. L’impressione è però che si sia in netto ritardo rispetto all’avanzare di Alp Transit. Cento convogli al giorno, dicevamo. Diretti per il momento nei principali centri di interscambio del Nord Italia, Hupac, Bergamo, Novara: si scaricano i container dai treni e si carica la merce sui Tir. L’intenzione è di arrivare con la ferrovia fino a Genova e al suo porto. Scontato invece l’approdo ai cargo della vicina Malpensa, utilizzando lo snodo di Busto Arsizio e, in un prossimo futuro, la “bretella” ferroviaria ipotizzata tra Gallarate e il terminal 2, se mia dovesse essere costruita.

Convogli lunghi fino a 800 metri

Siamo di fronte a uno sviluppo importante della mobilità su ferro. Certo, gli Svizzeri sono oramai in dirittura d’arrivo, Gottardo e Lotschberg fanno la differenza. Noi ci stiamo attrezzando con la solita flemma italiana. Nel frattempo, i treni merci viaggiano già. E non sono trenini da far correre in giardino: alcuni convogli arrivano fino a 800 metri di lunghezza. Immaginate i sogni di chi dorme accanto alla ferrovia.

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