Le Alzaie dei canali restano chiuse. Sindaci a confronto per la riapertura

SOMMA LOMBARDO – Il Consorzio EtVilloresi non cambia idea e al momento non ritira l’ordinanza di chiusura delle alzaie risalente allo scorso 20 marzo. Ma il presidente Alessandro Folli lascia aperto uno spiraglio di speranza per i tantissimi ciclisti che frequentano i lunghi rettilinei immersi nella natura del Parco del Ticino, esprimendo alle amministrazioni locali la piena disponibilità a valutare suggerimenti e proposte al fine di poter garantire nuovamente al pubblico la fruizione delle alzaie in sicurezza: «E’ in corso un coordinamento con i Sindaci, resisi disponibili a forme di interazione e collaborazione, per verificare congiuntamente prossimi allargamenti del provvedimento».

Piste “erroneamente” ciclabili

Folli sottolinea peraltro che le strade alzaie sono del tutto erroneamente indicate molto di frequente come “ciclabili”; queste, infatti, sono destinate prioritariamente alla gestione e manutenzione dei canali (in particolar modo ora che è avviata la stagione irrigua con la necessità di presidio e manovra dei manufatti di derivazione presenti sui canali). Tuttavia di norma viene consentito l’utilizzo delle alzaie, oltre che a mezzi agricoli o altri mezzi autorizzati per l’accesso ad aree intercluse, anche a pedoni e ciclisti. L’uso promiscuo e le caratteristiche di questi passaggi (ed in particolare la loro larghezza oltre che alla mancanza in molti punti di parapetti) richiedono la massima prudenza nel percorrerli, nel rispetto delle regole definite dallo specifico regolamento consortile (quali ad esempio i limiti di velocità di 10 o 15 km/h secondo i tratti) per tutti gli utilizzatori.

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Costretti a chiuderle

«Purtroppo siamo stati costretti ad adottare, a malincuore, l’ordinanza di chiusura alla percorrenza ciclopedonale delle alzaie direttamente gestite dal Consorzio (l’ordinanza non riguarda infatti le alzaie gestite da Città metropolitana, Province o Comuni) proprio a causa dei frequenti casi di assembramento verificatisi, nonostante i divieti già in atto e il presidio effettuato in molti casi dalle Amministrazioni comunali attraverso le forze di polizia locali», commenta Folli. «Il personale consortile deputato alla manutenzione dei canali non può infatti farsi carico del rispetto, da parte di terzi, delle regole restrittive su chilometri e chilometri di alzaie».

Impossibile limitare gli ingressi

Dal Consorzio elencano una serie di problemi che giustificano la chiusura. Se da un lato alcuni vorrebbero riservate le alzaie per gli spostamenti casa-lavoro (peraltro spesso non compatibili con i limiti di velocità disposti per motivi di sicurezza), altri per semplice attività sportiva e i pedoni per poter effettuare passeggiate anche in famiglia e con i bambini, le loro caratteristiche sono tali da non consentire una separazione negli utilizzi. Inoltre la lunghezza dei percorsi e i numerosi punti di accesso nelle diverse direzioni non consentono eventuali azioni di contingentamento degli ingressi e, in molti tratti, neppure il mantenimento della distanza di sicurezza di almeno un metro da parte di chi si trova sulle alzaie.

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