Elezioni ad Angera, Baranzini si sfila. Brovelli c’è, ma senza i partiti

Angera commissario prefettizio

ANGERA – Franco Baranzini si sfila dalla corsa alle Amministrative di Angera. Passo indietro – secondo le indiscrezioni – che stravolge il quadro delle alleanze nel mondo civico, visto che il medico poteva essere il trait d’union fra persone con fedi politiche differenti. Nel nuovo scenario c’è chi si sbilancia. E se non dice, quantomeno non nega: «Noi corriamo sicuramente, con coerenza. Il gruppo mi ha chiesto di farmi avanti: sono a disposizione per la comunità». Sono le parole di Marco Brovelli, ex vicesindaco e guida di “A come Angera”. Fu lui il principale artefice della rottura con l’ex primo cittadino Alessandro Paladini Molgora che ha portato al commissariamento del Comune. Ora è pronto candidarsi, ma con una condizione precisa: «Fuori i partiti».

Brovelli c’è

Angera è un paese a vocazione civica. Un riferimento super partes avrebbe potuto aiutare a mettere sulla stessa linea anche persone con idee diverse. Riferimento che non c’è più e che obbliga a riorganizzarsi: «Il gruppo – dice Brovelli – sta verificando come muoversi». Vuol dire che alla richiesta dei suoi di essere il candidato sindaco, è pronto a rispondere “presente”. Certo è che «vogliamo stare fuori dagli schemi dei partiti, il nostro è un progetto puramente civico». Segreterie escluse, quindi. Ma esclusi anche i fedelissimi a Paladini Molgora, in scia allo strappo con l’ex maggioranza che, è evidente, non potrà essere ricucito.

Civici, centrodestra, centrosinistra

Venuta meno l’alternativa Baranzini, restano le incognite degli altri gruppi. Allea potrebbe scegliere di correre da sola, a meno che non trovi in extremis un accordo tutto civico con Brovelli. C’è poi quella parte dell’ex maggioranza, rimasta vicino a Paladini Molgora, che al momento è ancora in stallo. Il nome ricorrente resta Antonio Campagnuolo, che oggi si trova tra due fuochi a causa del corteggiamento di Fratelli d’Italia. Accettare le lusinghe del primo partito in paese (una possibile carta vincente per tornare al governo) potrebbe infatti spaccare il fronte degli ex Molgora, che conta persone che rifiutano un’alleanza con la destra. Non va poi dimenticato che Lega e Forza Italia non hanno ancora annunciato le proprie intenzioni. In sintesi: che il centrodestra voglia correre unito è scontato. Non è scontato che ci riuscirà. E se le segreterie non dovessero trovare un accordo, FdI potrebbe ridimensionare le proprie aspettative e sposare un progetto a trazione civica.
Infine, dal centrosinistra, il Partito Democratico rischia di restare fuori dai giochi. Al limite, supportando da esterno la corsa di Allea.

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