Antonelli attacca Speroni e Malpensa24: «A Busto non ci sono cartelle pazze»

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BUSTO ARSIZIO –  «Non ci sono cartelle pazze a Busto Arsizio». Lo dichiara il sindaco Emanuele Antonelli in una conferenza stampa convocata, oggi 1 febbraio, insieme all’assessore Paola Magugliani e riservata a giornalisti attentamente selezionati, durante la quale il primo cittadino attacca il segretario cittadino della Lega Francesco Speroni e Malpensa 24, negando nelle sue dichiarazioni l’esistenza del problema e minimizzando le criticità di tutti quei cittadini che in questi giorni stanno affrontando problemi burocratici, di code e perdita di tempo per sistemare la questione.

La realtà dei fatti

L’indirizzo sbagliato sulle cartelle inviate ai cittadini, il numero di telefono per prendere appuntamento che suona sempre a vuoto e al quale nessuno risponde anche quando dà il segnale di libero e le code sono episodi che abbiamo raccolto dai racconti dei contribuenti esasperati per le difficoltà riscontrate nel mettere in regola le questioni con l’erario comunale. E tra questi anche cittadini che, pur avendo pagato, hanno dovuto impegnare tempo e rinunciare a ore di lavoro per dimostrare di non dover nulla a Palazzo Gilardoni. Ma non solo.

A denunciare che qualcosa non sta funzionando con la questione imposte sono anche intervenuti la consigliere leghista Paola Reguzzoni, che sulla questione ha fatto  un esposto verbale al segretario comunale chiedendo «maggior attenzione e qualche controllo in più, perché non è possibile che i cittadini in regola con i pagamenti, debbano perdere ore di lavoro per recarsi negli uffici e dimostrare di aver saldato quanto dovuto» e il capogruppo del Partito Democratico Valentina Verga che ha presentato un’interrogazione e parlato di «lunghe code agli uffici comunali al fine di ottenere delucidazioni. E spesso gli uffici non sono riusciti ad evadere tutte le richieste ricevute».

Il sindaco dà i numeri

Nel mese di dicembre 2019 sono stati emessi 3478 avvisi di accertamento. Di cui 2873 sono per omessa denuncia e 605 per infedele dichiarazione delle metrature dichiarate. Sono 141 le istanze in autotutela presentate e di queste 57 comportano come conseguenza l’annullamento dell’avviso iniziale, mentre 81 hanno portato alla rettifica dell’avviso e 3 sono state rigettate. Il dato percentuale è del 4,9% degli avvisi emessi; dell’1,98% degli avvisi annullati e il 2,82% le rettifiche. Dei 605 avvisi di accertamento per infedele dichiarazione delle metrature, invece le istanze presentate corrispondono al 18,8% degli avvisi emessi, gli avvisi annullati il 5,45% e i rettificati il 7,77%.

Inoltre nel mese di dicembre sono state registrate 3.648 ingiunzioni di pagamento di Tarsu e Tari, ovvero contribuenti che non hanno pagato la tassa rifiuti durante gli anni 2013-2014; 35 di queste sono state dovute ad un errore di battitura del codice fiscale quindi i pagamenti erano stati effettuati correttamente dai contribuenti.

Busto non è il Vallese

Secondo poi quanto riportato da Varesenews, il sindaco ha attaccato Francesco Speroni, spiegando che «un paese (Busto? Ma non è una città?) di 84mila abitanti non è lo stesso con 500 abitanti». Ha detto di essere stanco delle lamentele e di non apprezzare particolarmente il fatto che le critiche arrivino dalla sua stessa maggioranza, specificando poi: «Mi riferisco soprattutto a Speroni che abita ancora a Busto, ma si lamenta tramite i “giornalini”» , verosimilmente il nostro on-line che ha raccolto e pubblicato le dichiarazioni dell’autorevole esponente del Carroccio. Un “giornalino” che in ossequio alla libertà di stampa (articolo 21 della Costituzione)  è stato escluso dall’incontro con il sindaco e l’assessore. Uno straordinario esempio di democrazia!

Speroni non incassa

Francesco Speroni, nei giorni scorsi è intervenuto sulla questione cartelle pazze, portando l’esempio di quanto accade nel Cantone della Svizzera. «Che – risponde il segretario leghista – ha ragione il sindaco: Busto non è esattamente come il Vallese. Il Cantone però di abitanti ne ha 340 mila e non 500».

Precisato questo, Speroni non lascia cadere la risposta di Antonelli. «Io ho solo portato un caso concreto in cui è l’ufficio imposte che controlla automaticamente se un cittadino ha pagato e quanto ha pagato. E che in caso di discostamento tra quanto versato è l’ufficio stesso che cerca il contribuente per restituirgli i soldi. Cosa che a Busto non succede. A me, infatti, è capitato di aver pagato più del dovuto e mi sono dovuto recare personalmente negli uffici e fare domanda di rimborso».

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