Antonelli a Bustofolk: «Un abbraccio alla Giöbia dedicato alla Boldrini»

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BUSTO ARSIZIO – A dare il via a Bustofolk, festival al Museo del Tessile dedicato alla cultura celtica, è stata la mostra sulla Giöbia, fantoccio dalle sembianze di una vecchia che, secondo la tradizione, viene bruciato l’ultimo giovedì di gennaio. All’inaugurazione di ieri, giovedì 12 settembre, avvenuta alla presenza di Manuela Maffioli, assessore alla Cultura e Identità, di Umberto Crespi, organizzatore della manifestazione, e dei rappresentanti del tavolo delle identità di Busto Arsizio, il sindaco Emanuele Antonelli si è stretto alla Giöbia per una foto con dedica.

In posa

«Sono un lazzarone, perché mi fido delle persone», ha dichiarato Antonelli riguardo a Bustofolk. Come ha spiegato, «non ho seguito l’organizzazione, non ne ho più tempo. Ma mi fido ciecamente, perché l’ho data in mano a persone che conosco. È il vantaggio di avere collaboratori validi: alla fine è il risultato che conta, a Busto Arsizio si organizzano tantissimi eventi». L’attenzione del sindaco si è poi rivolta alla Giöbia in sala, che ha abbracciato mettendosi in posa: «Fatemi una foto da mandare alla Boldrini” ricordando così le polemiche di qualche tempo fa con l’ex presidente della Camera. Quando in occasione del tradizionale rogo i Giovani Padani bruciarono il fantoccio raffigurante proprio la Boldrini. Gesto goliardico che però scatenò il finimento e divenne un caso nazionale.
La mostra dedicata al fantoccio, analizzato secondo varie sfaccettature, vuole celebrare con la tradizione più amata le radici della città e la cultura bustocca. Come ha messo in evidenza Crespi, l’ambizione è che diventi parte, insieme a ulteriori iniziative, di un percorso didattico rivolto a tutte le generazioni.

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Capitale di una nazione celtica

Bustofolk ha ricevuto il plauso di Stefano Bruno Galli, assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia. Non potendo essere presente, ha espresso per iscritto il suo appoggio alla manifestazione che «per quattro giorni, tramite ricostruzioni archeologiche, laboratori e mostre d’arte, ha fatto diventare Busto capitale di un’ideale nazione celtica».
Maffioli, ringraziando il tavolo delle identità per il suo contributo, ha sottolineato che la kermesse di fine estate, «dà il bentornato in modo gioioso, ma non privo di contenuto. È stato inserito un elemento di identità più recente in una formula conviviale: il sapere non deve essere per forza assimilato in forma impegnativa».
Era presenti anche richiami alla tradizione tessile come una pianta di cotone, e la riproduzione, a opera di Francesco Di Cara, della Cordillère, piroscafo a bordo del quale Enrico dell’Acqua scrisse nel 1904 le sue memorie. Rolando Pizzoli della Famiglia Sinaghina ha ricordato come il lavoro compiuto non consista in un semplice cronicario, ma in uno studio scientifico: « Il trait d’union è la Giöbia, con origini nella cultura celtica». Che, tra stand di libri e artigianato, è stata celebrata con il concerto de Il Bandarone e le danze irlandesi coordinate da Gens d’Ys.

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