“Salvini al rogo non vale la Boldrini”. E l’assessore di Busto s’indigna

BUSTO ARSIZIO – «E adesso come la mettiamo con la signora Laura Boldrini?» Domanda pertinente alla luce dei falò dei manichini di Matteo Salvini e Gigi Di Maio, appiccati quest’oggi, venerdì 12 ottobre, durante il corteo di protesta degli studenti a Torino. Domanda pertinente, dicevamo, che posta su Facebook Manuele Maffioli, assessore leghista alla Cultura e alle Identità di Busto Arsizio. Città balzata agli onori della cronaca a fine gennaio, in periodo di Gioeubia, quando, nei tradizionali roghi della “vecchina” bustocca, venne bruciato il fantoccio dell’allora presidente della Camera, Laura Boldrini, appunto. Ne nacque una canea nazionale, al punto che la diretta interessata calò su Busto con atteggiamenti politicamente minacciosi: «Diciamo no alla repubblica dei falò», «Salvini presidente della repubblica dei falò»; furono alcuni degli slogan pronunciati dalla Boldrini davanti al “suo” popolo, pronto a intonare “Bella ciao”.

Spiegazioni senza esito

boldrini rogo maffioliSi era in periodo pre elettorale e l’occasione offerta dai Giovani padani, autori del pupazzo incriminato, era troppo ghiotta per lasciarla cadere nel nulla. Così, la terza carica dello Stato, con la casacca di Liberi e Uguali, allora neo partito della sinistra, alimentò con la sua presenza la pesante polemica. Inutili furono le spiegazioni offerte a più riprese dalle stesse autorità comunali, a cominciare dal sindaco Emanuele Antonelli: «Quei falò fanno parte della nostra tradizione popolare: è il modo con cui si salutava l’inverno e si cercavano buoni auspici per il futuro. Nessun intento offensivo verso la presidente della Camera». Che invece di minimizzare ci mise il carico: «Nel medioveo bruciavano le donne streghe, quelle che davano fastidio. Il regime nazista ha usato molto il fuoco, in Italia hanno dato fuoco a negozi degli ebrei e libri, il Ku Klux Klan ha fatto la stessa cosa». E avanti su questo tono fino al punto che Antonelli, molto irritato, annunciò l’intenzione di chiedere i danni d’immagine per Busto Arsizio a Laura Boldrini.

“Che fanno ora le anime belle”?

palazo cicogna piazzaE siamo a Manuela Maffioli.  Scrive sui social l’assessore: «Attendo con ansia le condanne pubbliche delle anime belle, che tanto fango, con somma indignazione, hanno gettato sulla mia città, Busto Arsizio, trascinandola sulle pagine dei quotidiani per aver bruciato, a gennaio, un fantoccio, insieme a molti altri, non certamente per odio, ma nell’ambito di una festa antichissima,  la Gioeubia, parte integrante delle nostre tradizioni». Una polemica che pareva finita con le elezioni di marzo, disastrose per la sinistra, torna invece a divampare. Ma forse c’era da aspettarselo.  Con Malpensa24, Manuela Maffioli va oltre il post: «Ci hanno fatto passare, noi bustocchi,  per biechi razzisti. Il loro attuale silenzio assordante mi fa pensare che la loro sia una morale a senso unico».

La posizione della Lega Giovani

E sul caso intervengono anche Davide Quadri,  coordinatore provinciale della Lega Giovani di Varese, e Matteo Guarneri, coordinatore della Lega Giovani di Busto Arsizio e Consigliere comunale in città:  «Gli eventi di Torino contro Salvini e Di Maio rappresentano l’ipocrisia della sinistra radical chic, che gioca a fare la rivoluzione salvo poi mostrare due pesi e due misure. Viene da sorridere pensando al #massimoimpegno della sinistra contro la tradizionale Giöbia, e che ora il #massimoimpegno sia nel non urtare i centri sociali».

 

Boldrini rogo maffioli – MALPENSA24