Arrivati nella notte 12 profughi ucraini alla Cascina Tagliata del Gulliver di Varese

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VARESE – Sono arrivati nella notte tra ieri, venerdì 11 marzo, e oggi, sabato 12 marzo, le 12 persone provenienti dall’Ucraina e ora accolte alla Cascina Tagliata, una struttura adibita alla formazione residenziale nel parco del Campo dei Fiori di Varese di proprietà del centro Gulliver. Stanchi, spaventati e confusi, ma finalmente al sicuro: i profughi ucraini ora hanno un posto da chiamare casa.

Scappati dalle bombe

Come annunciato dal centro Gulliver, dall’una di questa notte, la Cascina Tagliata ha aperto le sue porte a 12 persone provenienti dall’Ucraina che sono state accolte nella struttura di proprietà del Centro Gulliver di Varese, all’interno del Parco del Campo dei Fiori. Si tratta di 5 mamme con 4 ragazzine tra i 10 e i 15 anni e una bimba di un anno e sette mesi, oltre a un ragazzo e una ragazza che sono arrivati nel pomeriggio di venerdì. Tutti dalla zona di Kiev, scappati dalle bombe che hanno distrutto le loro case. Ad accoglierli sono stati i consiglieri di amministrazione di Gulliver, la direttrice Maria Raffaella Valenti e una rappresentanza degli operatori, oltre al personale medico della struttura.

Dopo un lungo viaggio, sono arrivati molto provati fisicamente ed emotivamente. «Erano partite da 5 giorni – raccontano gli operatori – e quando erano in Polonia i vicini hanno mandato loro il video della casa distrutta da una bomba. Una donna di loro ce l’ha mostrata, subito dopo aver capito che erano arrivate in un posto che possono chiamare “casa”. Adesso hanno solo bisogno di riposarsi, perché sono arrivati sfiniti e disorientati».

Solidarietà e professionalità

«Accogliere per noi è un valore molto importante», dice Maria Raffaella Valenti, direttrice del Centro Gulliver. «Siamo un centro di solidarietà e da 36 anni accogliamo per ridare dignità alle persone in stato di fragilità. È la nostra mission. In queste ultime settimane molti dei nostri operatori si sono resi disponibili, a titolo volontario, per organizzare questo momento, mettendo in campo tutte le proprie risorse umane, ma anche le proprie competenze.  Uno slancio volontaristico, accompagnato però anche da tanta professionalità».

Tanto fermento nei giorni scorsi: un lavoro corale, che ha coinvolto davvero tutti: ospiti ed operatori, enti commerciali di Varese, associazioni del non profit.  Innanzitutto una grande azione di coordinamento con le Istituzioni, Prefettura e Comune in primis. Poi il contatto con diverse realtà profit e non profit del territorio. «Abbiamo preso contatti con la Casa del Giocattolo Solidale di Varese – racconta Laura, una delle operatrici che ha coordinato le operazioni di accoglienza – che ci ha indicato il nominativo di due ragazze ucraine  di Varese, che si sono proposte per fare da interpreti e ieri sera erano con noi all’arrivo».

Aiuti da tutte le parti

Tramite alcune associazioni presenti sul territorio, tra cui la Caritas, i volontari sono riusciti a recuperare ciò di cui avevano bisogno: lenzuola, asciugamani, biancheria. La scuola materna di Rovate, frequentata dal figlio di un operatore, si è presa a cuore quest’iniziativa e ha fatto preparare a ogni bambino un disegno da regalare alle persone provenienti dall’Ucraina. La pasticceria “Il laboratorio di Chiara” di Varese ha donato dolci, torte e biscotti.

«Ci sono arrivati aiuti da tutte le parti, abbiamo visto davvero muoversi tante energie in pochissimi giorni. Siamo molto contenti di tutta questa solidarietà. È una goccia nell’oceano, accanto ad un sentimento di impotenza per una situazione di estremo dolore, ovunque la si guardi».

Anche gli ospiti delle Comunità si sono dati un “gran da fare”: hanno pulito la cascina, preparato i letti, controllato le giacenze. «Abbiamo pensato di coinvolgere tutti gli ospiti delle tre comunità per la preparazione e allestimento della struttura – sottolineano gli operatori del Gulliver – riteniamo possa essere uno stimolo ad uscire dal proprio malessere. Impegnarsi ad aiutare altri può avere un grande valore terapeutico. Ognuno infatti in questo modo può mettere a disposizione degli altri, a titolo gratuito e volontario, le proprie risorse e competenze con un obiettivo comune di mutuo aiuto».

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